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Coniugi morti assieme «Decesso per malore»

Il recupero delle salme dei due coniugi.  FOTO DONOVAN CISCATONadia Predebon, 75 anni e Enzo Bronzato, 72 anni
Il recupero delle salme dei due coniugi. FOTO DONOVAN CISCATONadia Predebon, 75 anni e Enzo Bronzato, 72 anni
Il recupero delle salme dei due coniugi.  FOTO DONOVAN CISCATONadia Predebon, 75 anni e Enzo Bronzato, 72 anni
Il recupero delle salme dei due coniugi. FOTO DONOVAN CISCATONadia Predebon, 75 anni e Enzo Bronzato, 72 anni

«Le morti sono naturali». Non è servita l'autopsia per stabilire con certezza che Enzo Bronzato e Nadia Predebon, i coniugi di 72 e 75 anni trovati senza vita “abbracciati” nel loro appartamento di via Pecori Giraldi 17 al Sacro Cuore, abbiano perso la vita a causa di due malori che li hanno colpiti in un brevissimo lasso di tempo e che sarebbero stati favoriti da una condizione di disagio e da patologie croniche. Gli inquirenti sono riusciti a trovare una lontana cugina della coppia che vive nel Veronese e che si è presa carico dell'organizzazione delle esequie. Marito e moglie, infatti, non avevano parenti vicini. Nei prossimi giorni sarà stabilita la data dell'ultimo saluto. Erano stati gli incaricati del servizio per la consegna dei pasti a domicilio del Comune ad accorgersi che qualcosa non andava alle 13 di lunedì: dopo aver suonato il campanello, non avevano ricevuto risposta. Quindi, la chiamata ai vigili del fuoco che hanno forzato la porta d'ingresso dell'appartamento. Poi, i rilievi dei carabinieri della Compagnia di Schio. Ma dopo il ritrovamento dei cadaveri della coppia è anche il tempo di tirare le somme per il sistema di gestione dei servizi sociali di Schio che, suo malgrado, si è ritrovato coinvolto in due casi “limite” nel giro di qualche settimana. Prima, Walter Dal Zotto, scledense di 42 anni ritrovato semi-mummificato nella sua casa di Valli del Pasubio, che aveva rifiutato l'aiuto dei servizi sociali. L'altro giorno, poi, i corpi esanimi di Enzo Bronzato e Nadia Predebon riversi a terra uno sull'altro: erano assistiti dal Comune sia per i pasti a domicilio, sia per l'assistenza personale. È anche vero, però, che la profonda condizione di disagio unita ad alcune patologie croniche trascurate, avrebbero potuto forse essere gestite diversamente o più in profondità. Secondo diverse accuse piovute sull'amministrazione, il sistema complessivo dei servizi sociali risentirebbe di una situazione di gestione carente, dopo un turnover che avrebbe riguardato dirigenti e responsabili negli ultimi anni e che avrebbe messo in difficoltà il settore tanto da rendere difficile la gestione delle emergenze nelle ore serali e nei fine settimana. Tutte osservazioni rigettate con forza dall'assessore al sociale, Cristina Marigo: «C’è confusione su natura e funzione dei servizi sociali. L'assistenza domiciliare consente la permanenza nel proprio ambiente delle persone assistite ed è appaltata ad una cooperativa. Comprende cura ed igiene della persona, aiuto domestico, disbrigo di commissioni varie, somministrazione di terapie, sostegno e stimolo psicologico. È un servizio che può essere attivato sei giorni la settimana, mentre la domenica e i giorni festivi solo in casi particolari. Gli assistenti sociali invece sono 5 figure interne (con la nostra amministrazione ho ottenuto uno in più) offrono sostegno ed informazioni ai singoli e ai nuclei familiari. Nelle situazioni di emergenza non sono assistenti sociali a intervenire. La situazione delle persone decedute non richiedeva ricoveri forzati o tso. Infine, ci sono anche casi a lieto fine». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Karl Zilliken

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