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«Concorrenza sleale» Stangata ad Enel energia

La sede di via Cementi della Pasubio Servizi
La sede di via Cementi della Pasubio Servizi
La sede di via Cementi della Pasubio Servizi
La sede di via Cementi della Pasubio Servizi

Per il giudice della sezione civile del tribunale di Vicenza, Giovanni Genovese, si tratta di concorrenza sleale. E così condanna Enel Energia spa e Franco D’Armiento a risarcire Pasubio Servizi Unipersonale alla somma di 529 mila euro, cui si aggiungono oltre 26 mila euro di spese legali. I fatti risalgono al periodo 2009-2010 quando , come riportammo anche noi sul nostro quotidiano, si scatenò la guerra “porta a porta“ fra i gestori del gas metano. La società scledense all’epoca forniva 63 mila utenze non solo dell’Alto vicentino e faceva gola. Il 20 maggio 2010 citò in giudizio il colosso dell’energia italiano, chiedendo di accertare si vi fosse stata concorrenza sleale e ordinare l’inibizione di tali condotte. Cosa stava succedendo? Alcuni incaricati si presentavano per conto di Enel alle porte degli utenti fornendo informazioni “non veritiere e denigratorie dell’immagine di Pasubio Servizi, attivando contratti non richiesti, a volte addirittura falsificando le firme dei clienti“. Enel replicò sostenendo che non vi erano state condotte illecite in quel periodo in cui entrava per la prima volta nel mercato del gas in cui la querelante operava “in regime di monopolio”. In causa veniva chiamata anche l’impresa individuale Webmania di D’Armiento, che procacciava clienti per Enel. D’Armiento si difese sostenendo “che altri agenti operavano nel territorio e non vi fosse certezza che i suoi subagenti fossero coinvolti”. Il giudice ha ritenuto fondata la domanda di accertamento di concorrenza illecita, avvalendosi anche delle testimonianze, fra le altre, di Anna Maria Marcassa, Maurizio Mantese, Ivano Dal Ponte e Angelo Foscarini che sostennero non fosse loro la firma in calce al contratto. Altri testi sono stati successivamente sentiti dal magistrato, arrivato a stabilire che “altri contratti sono stati attivati in modo fraudolento”. Da maggio 2009 a maggio 2010 ben 1517 clienti avrebbero cambiato gestore, passando da Pasubio a Enel. Un numero ben superiore ad una media fisiologica di cambio che, secondo il consulente interpellato dal tribunale, poteva essere al massimo di 300 nello stesso arco di tempo. Partendo da questi numeri si è arrivati a definire un danno patrimoniale di 529 mila euro. Non è stato invece riconosciuto il danno all’immagine perchè “le condotte riscontrate in sede di giudizio non sono consistite in rappresentazioni false o denigratorie del concorrente bensì in pratiche scorrette”. La sentenza è poi entrata nel merito del rapporto fra Enel Energia e Webmania, segnalando che “non era l’unica agenzia che operava per conto di Enel nel vicentino”. Ecco dunque la condanna a Enel Energia, difesa dall’avv. Filippo Piovan e a Franco D’Armiento (avv. Alessandro Bellotti e Stefano L’Erario) a risarcire la società di via Cementi, tutelata dagli avv. Paolo Brunaldi e Francesco Piron, a rispondere il solido fra loro del danno arrecato e quantificato in oltre mezzo milione di euro a fronte della sentenza 1334 emessa lo scorso 22 maggio. A distanza di otto anni dalla denuncia, intanto Pasubio Servizi ha cambiato proprietà ma è rimasta a Schio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

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