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Clandestina negli Usa, mamma arrestata

Il muro fatto costruire da Trump al confine tra Stati  Uniti e Messico nella zona di Tijuana
Il muro fatto costruire da Trump al confine tra Stati Uniti e Messico nella zona di Tijuana
Il muro fatto costruire da Trump al confine tra Stati  Uniti e Messico nella zona di Tijuana
Il muro fatto costruire da Trump al confine tra Stati Uniti e Messico nella zona di Tijuana

«Signora, sua figlia di 3 anni può entrare negli Stati Uniti perché ha il doppio passaporto americano e italiano, ma lei deve accomodarsi in quella stanza in attesa di comunicazioni urgenti da parte della polizia federale». Le parole del doganiere fanno sbiancare in volto la vicentina trentenne della zona di Schio, che capisce subito che la questione è maledettamente seria. Il muro di Tijuana voluto da Trump, al confine tra Messico e Usa, non poteva varcarlo. Per questo, per un paio di settimane, è stata al centro di un caso giudiziario sbloccato con l’intervento del ministero degli Esteri italiano. ANGOSCIA. «Ringraziamo le nostre autorità consolari per l’impegno - racconta il padre della donna -, certo che per giorni non sapendo il motivo del fermo le abbiamo pensate tutte. È stato angosciante. Quando ci hanno detto che riguardava la regolarità dei documenti ci siamo rasserenati: c’era stato un problema di comunicazione». LOS ANGELES. La mamma è rientrata nell’Alto Vicentino e sta bene, così come la bambina che l’ha preceduta accompagnata dalla nonna materna. Ma per i primi cinque giorni di restrizione della libertà personale, poiché non le era stato praticamente comunicato nulla, ha vissuto un incubo. Il motivo del viaggio in America era la volontà della donna - di cui omettiamo il nome poiché è coinvolta la figlia minorenne altrimenti riconoscibile- di far vedere la bimba ai parenti di Los Angeles, dove peraltro è stata concepita. Il padre è cittadino americano, mentre la bimba è nata nel Vicentino. La premessa è che la donna quando nel 2015 era uscita dagli Stati Uniti incinta di alcuni mesi, era stata informata dalle autorità americane di avere violato la legge federale in materia di immigrazione per essersi fermata per un periodo superiore al consentito. Le sarebbe stato anche detto, così riferiscono fonti investigative, che non avrebbe più potuto rientrare negli Usa per alcuni anni per avere contravvenuto la durata massima di permanenza dei tre mesi prevista dal “visto Esta di ingresso per gli Usa”. MESSICO. All’inizio di ottobre la vicentina ha raggiunto il compagno a Cancun, in Messico, per una vacanza con l’obiettivo di far vedere la bimba alla nonna paterna, che non l’aveva mai incontrata, così come gli altri parenti più stretti. «Mia figlia e il compagno dopo avere soggiornato qualche giorno a Cancun si sono trasferiti per proseguire la vacanza sulla vicina isola delle Mujeres, prima di imbarcarsi per la città messicana di Tijuana», aggiunge il genitore. Lì è stata raggiunta anche dalla suocera, che finalmente ha potuto abbracciare la nipotina che, fino ad allora, aveva visto soltanto via Skype attraverso lo smartphone. Quindi la comitiva si è imbarcata con l’obiettivo di raggiungere la California. TRUMP. La situazione per la donna è precipitata alla frontiera di Tijuana con gli Stati Uniti, il posto senz’altro sbagliato per cercare di entrare negli Usa, considerando che Trump ha schierato l’esercito. La vicentina, però, ha sostenuto che aveva chiesto il rilascio di un’altra autorizzazione e che le sarebbe stata concessa. Per questo riteneva di potere entrare negli Stati Uniti. La trentenne ha presentato i propri documenti, dopo che la polizia di frontiera americana ha autorizzato l’ingresso di papà, figlioletta e nonna. Ma i doganieri eseguendo i controlli al terminale hanno verificato che l’italiana aveva lasciato tre anni fa gli Usa dopo il periodo autorizzato e non poteva rientrare. Di conseguenza le è stato contestato il tentativo illegale di ingresso negli Usa ed è stata sottoposta a fermo. FARNESINA. È stato il compagno ad informare i genitori di lei che la figlia era stata arrestata in maniera incomprensibile, perché sosteneva di avere un documento valido per tre mesi. Il padre si è allora messo in contatto con la Farnesina e la situazione si è sbloccata. Nel frattempo la madre della 40enne ha raggiunto con un visto Esta gli Usa dove ha preso in consegna la nipotina, che non si era accorta di nulla salvo chiedere più volte dove fosse finita la mamma, con la quale è rientrata. Seguita a distanza di giorni dalla figlia espulsa e con l’intimazione a non potere rientrare negli Usa per i prossimi anni. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ivano Tolettini

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