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Bilancio e bufera Minoranze fuori C’è il sì di Lega e FI

L a sede municipale di palazzo Garbin, teatro degli scontri in aula
L a sede municipale di palazzo Garbin, teatro degli scontri in aula
L a sede municipale di palazzo Garbin, teatro degli scontri in aula
L a sede municipale di palazzo Garbin, teatro degli scontri in aula

L’ultimo bilancio di previsione della giunta Orsi incassa il voto unanime dei presenti in aula. Non era mai successo prima ma c’è una spiegazione: ad alzare la mano, fra assenti e contestatori, erano rimasti solo in 14, una dozzina delle liste di maggioranza più Alessandro Gori (Lega) e Marco Tolettini (Forza Italia). L’opposizione era uscita per protesta dopo momenti di tensione. Succede che Marco Vantin, capogruppo del Movimento 5 Stelle, chieda di rinviare la votazione a gennaio per avere tempo di consultare i conti. A quel punto viene chiesta la sospensione dei lavori per una consultazione fra capigruppo. Al rientro Mario Benvenuti, che sostituisce l’assente Giovanni Battistella, propone di rinviare la seduta ma la richiesta viene respinta anche perché, come sottolinea il sindaco Valter Orsi, se non si approva il bilancio entro fine anno si passa all’esercizio provvisorio che blocca programmi e investimenti. L’aria si surriscalda, il presidente del consglio comunale, Sergio Secondin, viene preso di mira per aver convocato la seduta in tempi troppo ristretti; i consiglieri di Pd, Tessiamo Schio, 5 Stelle e gruppo misto lasciano l’aula per protesta ma il numero legale c’è e il documento (32 milioni di euro in parte corrente e 12 milioni di investimenti) passa all’unanimità. «Abbiamo deciso di lasciare l'aula - spiegano i gruppi di opposizione - in segno di protesta per come il presidente ha deciso di gestire la convocazione del consiglio comunale in occasione della discussione del bilancio. Infatti, nonostante in più occasioni diversi capigruppo, anche con lettere ufficiali, abbiano chiesto di posticipare, entro i termini di legge, le date del Consiglio per garantire la più ampia partecipazione e discussione ad un argomento tanto importante, le richieste sono state respinte senza mai fornire una valida motivazione. Non si può amministrare una città con arroganza, svilendo continuamente il ruolo del consiglio comunale. Crediamo che sia diritto di una città come Schio avere un dibattito politico partecipato e trasparente». Il sindaco Orsi bolla la protesta come «una scusa dei consiglieri del Pd volta a non voler affrontare la discussione sui loro emendamenti, pieni di castronerie ed errori, sei dei quali tecnicamente inaccettabili». Adirata anche la segretaria leghista Ilenia Tisato per il voto di Gori, che non ha più la tessera di partito ma in consiglio ci va come Lega: «Ha dimostrato chi è veramente». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

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