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Allarme tra le “gattare” per le minacce di morte

Un volantino attaccato ai contenitori per sfamare i gatti.  DAL CEREDOUna chiara minaccia rappresentata dal disegno di morte.  S.D.C.
Un volantino attaccato ai contenitori per sfamare i gatti. DAL CEREDOUna chiara minaccia rappresentata dal disegno di morte. S.D.C.
Un volantino attaccato ai contenitori per sfamare i gatti.  DAL CEREDOUna chiara minaccia rappresentata dal disegno di morte.  S.D.C.
Un volantino attaccato ai contenitori per sfamare i gatti. DAL CEREDOUna chiara minaccia rappresentata dal disegno di morte. S.D.C.

I mici randagi sfamati dalle “gattare” non piacciono e scattano le minacce di morte, per animali e per chi li sfama, condite da un tocco “fascista”. E in aggiunta, oltre ad immagini di teschi, compaiono pure riferimenti inquietanti al tradizionale motto “vicentini magnagati”. In un punto del centro storico di Schio, vicino al Teatro Civico, una micro colonia felina di una mezza dozzina di esemplari è seguita da alcuni anni dalle volontarie dell'associazione “Amici del Castello”, sodalizio che si occupa in accordo con il Comune della gestione dei nuclei presenti in città. «In quel punto i gatti sono veramente pochi - affermano le volontarie - e non hanno mai dato disturbo. Siamo sempre state attente a non lasciare sporcizia o creare disagi ai residenti. Abbiamo inserito in una siepe di un'aiuola pubblica, non visibile dall'esterno, una piccola cassa di legno dove ogni due giorni depositiamo le vaschette con il cibo, al coperto». Le volontarie se ne occupano da circa due anni e mezzo e in questo periodo di tempo hanno provveduto alla sterilizzazione di tutti gli animali, per evitare cucciolate di randagi e il diffondersi di malattie, e a microchipparli. «Fino ad oggi nessun problema – aggiungono – ma di recente abbiamo trovato più volte la cassetta rovesciata. Pensavamo potesse trattarsi della bravata di qualche ragazzino, poi un bel giorno abbiamo trovato una prima minaccia». Un foglio con un teschio e tibie incrociate, simbolo di morte, appiccicato sulla cassetta, a cui ha fatto seguito pochi giorni dopo un messaggio ancora più esplicito: “Ultimo avvertimento per la gatara. Se non sparisci immediatamente insieme alla tua baracca, burattini, tazze e tazzine interverrà il nano fascista. Non costringerci ad agire in conformità alla nostra fama di vicentini! Capito gatara? Chiaro?”. E sotto l’immagine di statuina di nano nell'atto di compiere un saluto romano. L'associazione, seguita da un avvocato, ha già segnalato l'episodio al comando del Consorzio di polizia locale Alto Vicentino. «Sono messaggi davvero pesanti – concludono – dato che non si sono mai verificate difficoltà di convivenza tali da giustificare una reazione del genere. Alla fine nessuno si è mai palesato, neanche per lamentarsi o dirci di andare via. Forse prima si poteva tentare la più civile via del dialogo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvia Dal Ceredo

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