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Aiuti per la prima casa Stranieri in cima alla lista

La facciata del palazzo municipale di Schio in un’immagine di repertorio
La facciata del palazzo municipale di Schio in un’immagine di repertorio
La facciata del palazzo municipale di Schio in un’immagine di repertorio
La facciata del palazzo municipale di Schio in un’immagine di repertorio

Stranieri battono italiani 18 a dieci. Non è una gara sportiva, ma il resoconto (ancora provvisorio) della graduatoria per l’accesso ai contributi con cui l’amministrazione aiuta chi decide di comprare la prima casa a Schio. Su 28 domande arrivate, 18 hanno in calce un nome che non fa parte della tradizione italiana. Questa maggioranza, a parte un’eccezione riconducibile al mondo latino, è tutta proveniente dall’Europa dell’est. Due domande sono state rigettate, una italiana ed una straniera e, quindi, il totale degli assegni da staccare per il municipio scende a 26, con quattro aggiunte rispetto alle 22 dello scorso anno, quando ancora non si registrava una supremazia di stranieri sugli italiani: allora gli aiuti erano stati distribuiti a dodici italiani e dieci cittadini di origine straniera. Per partecipare al bando l’unica vera discriminante era essere residenti a Schio da almeno cinque anni (per chi non fosse italiano o europeo). Il contributo massimo consentito dall’amministrazione è di 1.850 euro l’anno a fondo perduto, per un periodo pari alla metà della durata del mutuo acceso e comunque non superiore a sette anni. Per ottenerlo è indispensabile accendere un mutuo tra i 50 e i 120 mila euro, riferiti ad un immobile del valore massimo di 190 mila. Il limite di reddito varia a seconda dell’entità del nucleo familiare e tiene conto della capacità reddituale e patrimoniale di tutti i componenti «La contrazione o meno della cifra stanziata a bilancio per questo contributo viene determinata sia dal calo delle domande che è stato registrato per un determinato periodo legato alla crisi economica, sia dal fatto che si tratta di una misura strutturale e cioè di un aiuto erogato per un massimo di sette anni – spiega l’assessore alle politiche sociali Cristina Marigo -. Si tratta di un aiuto a cui teniamo molto perché spesso va a supportare le giovani coppie che scelgono Schio e, quindi, si inserisce in un progetto di tutela dei cittadini». Il fatto che ci sia una maggioranza di stranieri nella graduatoria, mentre in molti altri Comuni la “fuga” di immigrati è vista come indicatore negativo, può essere invece un buon segno? «Può essere indice di qualcosa di positivo – conclude Marigo-. Dalla mia esperienza come assessore, gli stranieri che ci chiedono aiuto, sono in maggioranza persone che arrivano in difficoltà ed escono dalla nostra tutela quando si sono stabilizzate e hanno trovato una tranquillità economica. Cosa che non accade con i nuclei italiani: si tratta generalmente di famiglie con molti problemi che restano per più tempo sotto la nostra tutela». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Karl Zilliken

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