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Addio alla suora campionessa di atletica

Suor Elsa   atleta nazionale e poi religiosa in una rivista d’epoca.  P.T.
Suor Elsa atleta nazionale e poi religiosa in una rivista d’epoca. P.T.
Suor Elsa   atleta nazionale e poi religiosa in una rivista d’epoca.  P.T.
Suor Elsa atleta nazionale e poi religiosa in una rivista d’epoca. P.T.

La città piange la scomparsa di una campionessa di atletica diventata suora. Era veloce e resistente, Elsa Pasquali, molto veloce e resistente: aveva stabilito due prestazioni mondiali sull’ora e sui 30 chilometri. Lo aveva capito subito, Mario Lanzi, il mezzofondista medagliato a alle Olimpiadi di Berlino nel 1936, quelle che lanciarono l’astro di Jesse Owens, e direttore del centro di atletica scledense. Quella ragazza aveva talento e la volle sotto le sue ali protettrici. Elsa si allenava intensamente, anche dopo il duro lavoro in fabbrica, una grande passione che le aveva dato molte soddisfazioni, molte gare vinte, in pista e nelle campestri. Nata nel 1941 a Schio, Elsa aveva una sorella, Giannina, e un fratello, Pierino, eccentrico artista autore di pregevoli quadri e importanti restauri; negli anni ’60 era già una promessa dell’atletica leggera anche se in quel periodo per le femmine la strada era molto in salita basti pensare che alle Olimpiadi di Monaco del 1972 erano solo 14 le discipline olimpiche riservate al gentil sesso, oggi sono quasi raddoppiate: Elsa fu una pioniera, segnò un nuovo corso dello sport italiano. L’atletica, per Elsa Pasquali, era tutto, e anche quando arrivò la chiamata continuò ad essere atleta, anche se non più praticante: nel 1970 la piccola maratoneta diventò Suor Elsa, prese i voti e si dedicò alla vita monacale, ma volle esprimere la sua vocazione scrivendo sulla carta intestata del centro per l’atletica leggera di Schio queste testuali parole:” Qui Cristo mi chiamò..Sì, vengo mio Signore a correre dietro a Te..Tu sarai il mio stadio, Tu sarai la mia pista, Tu sarai il mio allenatore, Tu sarai la mia gara, Tu sarai la mia corsa, Tu sarai il mio traguardo…” E il traguardo è arrivato giorni fa a Roma, all’età di 77 anni, quando un male incurabile se l’è portata via. Suor Paola, superiora del monastero della congregazione St. Paul De Chartes, ricorda le sue innumerevole esperienze: « Suor Elsa era entrata come novizia dai Comboniani in Francia, poi passò nella nostra congregazione e studiò alla Regina Mundi. Quindi fece un’esperienza in Svizzera prima di ritornare a Roma dove fu superiora al collegio universitario per poi essere nominata legale rappresentante della congregazione in Italia. Per noi è stata un modello, anche durante la malattia ha combattuto con tanto coraggio, ha sofferto molto ma è sempre stata lucida fino alla fine. Abbiamo celebrano i solenni funerali in una chiesa gremita nel giorno di S. Bakhita, la vostra Santa.» Anche la nipote Stefania ha un bellissimo ricordo della zia: «Era una persona sempre disponibile, prima venivano gli altri, poi lei. Ha dato molto, ma ha anche ricevuto molto sia in campo sportivo che in quello ecclesiastico. Ha affrontato la malattia con dignità e coraggio, ha voluto essere sempre informata del decorso e alla fine ha pure rifiutato un accanimento terapeutico. Quando c’è stata la chiamata non ha mai abbandonato lo sport, quando poteva seguiva il suo Milan, guardava i programmi sportivi e seguiva in modo particolare l’atletica, l’altra sua grande passione». Per ricordare Suor Elsa domani mattina alle 9 all’oratorio salesiano sarà celebrata una messa in suffragio della suora-maratoneta. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Terragin

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