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Arzignano

Ragazza denuncia
«Violentata per anni
dal mio patrigno»

Ivano Tolettini «Ero pietrificata e piangevo, provavo a dirgli di no, ma non sono riuscita a fare niente né a muovermi, sono stata costretta a subirlo, nella maniera più umiliante. Così mi ha...
L’immagine di una donna: i casi di violenze sessuali  sono sempre numerosi
L’immagine di una donna: i casi di violenze sessuali sono sempre numerosi
L’immagine di una donna: i casi di violenze sessuali  sono sempre numerosi
L’immagine di una donna: i casi di violenze sessuali sono sempre numerosi

«Ero pietrificata e piangevo, provavo a dirgli di no, ma non sono riuscita a fare niente né a muovermi, sono stata costretta a subirlo, nella maniera più umiliante. Così mi ha violentata in camera mia: ha approfittato di me. È durata oltre quattro anni. Allora ero una ragazzina e mia madre era spesso via per lavoro, mio padre non lo vedo da tempo e non sapevo con chi confidarmi. Stavo malissimo, e per lui, il mio patrigno, ero diventata la sua valvola di sfogo». Paola, nome di fantasia, piange mentre racconta il dramma che ha vissuto fino a qualche mese fa. Quando ha avuto la forza di ribellarsi denunciando l’uomo di 52 anni, M.P., che l’aveva eletta a sua amante.

La tragedia familiare vissuta dalla ragazza, oggi quasi ventenne, si è trasformata in un’inchiesta che per competenza è stata assegnata alla procura della Repubblica di Verona, anche se numerosi episodi, così come sono stati segnalati alla polizia giudiziaria, sono avvenuti nell’Ovest Vicentino, tra Montebello e Arzignano.

La magistratura scaligera ha chiuso le indagini e vuole processare al più presto l’individuo, che deve rispondere di violenza sessuale continuata e aggravata, per i rapporti sessuali completi intrattenuti a partire dal maggio 2010, quando è iniziato il calvario della ragazza.

Il caso è scoppiato dopo che Paola ha allacciato una relazione con un coetaneo e il patrigno è andato su tutte le furie, minacciandolo di morte. I genitori del fidanzatino, raccogliendo il suo sfogo, hanno deciso di denunciare le minacce. «Mio figlio un giorno è tornato a casa da scuola sconvolto - racconta la donna di 47 anni - spiegandomi che il patrigno della sua ragazza gli aveva detto di lasciarla in pace altrimenti gli avrebbe tagliato la gola».

Inizialmente la donna ha pensato che fosse per una gelosia scomposta e manifestata in maniera verbalmente violenta dal patrigno, ma che tale sentimento non celasse nulla di segreto. «Quell’uomo - riferisce la donna agli inquirenti - mi ribadì che Paola è sua figlia e doveva fare quello che diceva lui». La ragazza allora è stata invitata dagli investigatori a fornire la sua versione, ed è stato in quella circostanza che un detective molto professionale ha intuito che c’era dell’altro. Inizialmente inconfessabile. Che dietro le pareti domestiche si nascondeva una storia torbida e, se vera, disgustosa e gravissima.

È la scorsa primavera quando Paola, universitaria, decide di spezzare le catene di un legame violento e assurdo che le stava rovinando l’esistenza. «Avevo paura di lui - sottolinea -. L’unico episodio di una mia ribellione, era avvenuto tre anni fa, quando avevo avuto un altro ragazzo. Poi aveva ripreso ed ero spaventata». La madre e moglie non aveva mai sospettato nulla perché la giovane ha spiegato di essere stata continuamente minacciata di non rivelare niente a nessuno, altrimenti sarebbe stato peggio. Gran parte degli stupri denunciati sono avvenuti nella camera da letto della studentessa che spesso si recava dai parenti nel Vicentino. «Piangevo e gli supplicavo di non volere quei rapporti - aggiunge -, poiché non sopportavo quella relazione che mi umiliava terribilmente, ma non avevo la forza di denunciarlo perché temevo anche per mia madre». Fino a quando la presunta vittima ha deciso di confessare le umiliazioni sessuali e di abbandonare la casa. «Solo allora - conclude - ho avuto la forza necessaria per ribellarmi».

Ivano Tolettini

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