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Montecchio

«Qui niente pipì»
Bimbo malato
via dalla farmacia

La farmacia Lovato di Alte Ceccato, in via Da Vinci. A. MASSIGNAN
La farmacia Lovato di Alte Ceccato, in via Da Vinci. A. MASSIGNAN
La farmacia Lovato di Alte Ceccato, in via Da Vinci. A. MASSIGNAN
La farmacia Lovato di Alte Ceccato, in via Da Vinci. A. MASSIGNAN

Al figlio di 3 anni con la febbre, mentre è in fila in farmacia con il papà per acquistare dei medicinali, scappa la pipì. Il genitore chiede di poter usufruire del bagno: «Mi hanno risposto - racconta Massimo Vicelli - di andare al bar di fronte perché per loro regola interna e per precedenti spiacevoli non fanno usare il loro bagno per nessun motivo. Risultato mio figlio, con 38 di febbre, se l’è fatta addosso».

L’episodio risale al pomeriggio di lunedì alla farmacia Lovato di Alte, in via Da Vinci. «Hanno telefonato dall’asilo - ripercorre la giornata il papà – dicendo che mio figlio aveva la febbre. I miei genitori sono andati a prenderlo. Sono partito da Montegalda, dove lavoro, e sono tornato a casa. Conclusa la visita medica, la pediatra mi ha ordinato un antibiotico e quindi sono passato alla Farmacia Lovato».

Il genitore si è messo in fila, e quando «ormai era giunto il mio turno è arrivata la richiesta di mio figlio: “papà, mi scappa la pipì”. Una signora anziana che mi precedeva mi ha lasciato il suo posto, ho fatto presente le condizioni di mio figlio ed chiesto al farmacista di poter utilizzare il bagno ma mi son sentito rispondere di no, che era privato. Sono rimasto esterrefatto. Ho richiesto nuovamente, invitando eventualmente qualcuno a seguirci per controllare, ma non c’è stato niente da fare. Mi è stato sottolineato che il divieto vale per tutti. Uscire per andare al bar di fronte avrebbe voluto dire rifare tutta la fila, nel frattempo mio figlio se l’è fatta addosso. Un fatto veramente increscioso».

Alla farmacia di via Da Vinci ad Alte danno la loro versione dei fatti. «Innanzitutto non abbiamo alcun obbligo – sottolinea Anita Lovato - di mettere a disposizione dei clienti il bagno. Il divieto deriva dal fatto che nel retro abbiamo la cucina e lo spogliatoio dove riponiamo i nostri effetti personali. In questo periodo poi sono in corso lavori di ristrutturazione, e quindi è pericoloso. Al bar di fronte e anche quello a fianco sono sempre disponibili ad accogliere i nostri clienti che necessitino di andare al bagno». A rispondere al papà del bimbo, Roberto Castagna: «Ha chiesto il bagno e gli abbiamo risposto di no spiegandogli il perché. Visto che il bambino non stava bene gli abbiamo fatto saltare la fila per agevolarlo. Ma è andato in escandescenze ed è uscito urlando».

Giorgio Zordan

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