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Un anno record per il museo delle forze armate

Un gruppo di rievocatori davanti alla locomotiva appartenuta all’Austria-Ungheria. MASSIGNAN
Un gruppo di rievocatori davanti alla locomotiva appartenuta all’Austria-Ungheria. MASSIGNAN
Un gruppo di rievocatori davanti alla locomotiva appartenuta all’Austria-Ungheria. MASSIGNAN
Un gruppo di rievocatori davanti alla locomotiva appartenuta all’Austria-Ungheria. MASSIGNAN

Antonella Fadda Il “Museo delle forze armate 1914-1945” di Montecchio raddoppia in un anno il numero di visitatori. In 11 mesi sono state oltre 4.200 le firme lasciate nel libro delle presenze, 900 solo da settembre ai primi di dicembre, con più di 120 studenti che sono andati a vedere le migliaia di reperti nell’edificio di viale del Lavoro mentre lo scorso anno i visitatori sono stati 2.500. Ma gli ingressi sono stati decisamente più numerosi dal momento che non tutti lasciano un messaggio nel registro e che il museo è aperto quattro mattine a settimana e solo recentemente l’orario è stato ampliato. Numeri che aumenteranno sicuramente prima di fine anno vista anche l’affluenza di sabato durante l’open day del museo durante i quali è stato possibile osservare l’evoluzione degli armamenti dal 1.500 ma anche la giornata è stata animata dalla presenza di diversi gruppi di rievocazione storica con divise dell’epoca. Erano infatti presenti dei soldati con le divise del primo conflitto mondiale, la guardia nobile di Verona del 1797, gli Schiavoni del 7° reggimento e anche l’esposizione di litografie, stampe e divise d’epoca dei vigili del fuoco. Molto interessante, poi, anche la mostra temporanea, visitabile fino a febbraio, sull’evoluzione della sanità militare nel corso dei secoli a partire dalle erbe medievali, il banco del cerusico e oltre 600 reperti riguardanti attrezzature mediche della prima e seconda guerra completa di curiosità come lo zainetto da trincea di primo soccorso, una barella per il trasporto e anche gli antidoti ai gas che venivano utilizzati dagli austriaci. Ma il museo storico, curato dell'associazione "Cultori della storia delle forze armate, armi ed equipaggiamenti” ha una finalità ben precisa che non è quella di celebrare i conflitti bensì di ricordare, di non dimenticare ciò che accadde nel Novecento. Ed è con questa finalità che sono stati raccolti ed esposti oltre 6 mila reperti custoditi nelle sale nell'edificio che riproduce la facciata del Forte Casa Ratti che, durante il primo conflitto mondiale, rappresentava l’ultimo baluardo italiano a difesa della pianura veneta contro gli assalti austro-ungarici. E sono numerosi anche i mezzi, circa una quindicina, restaurati e tutti funzionanti, che si trovano parcheggiati nello spiazzo antistante l’ingresso. Gli ultimi arrivi riguardano una locomotiva austroungarica del 1919, data dal governo austriaco a quello italiano come risarcimento della prima guerra mondiale, e ben due aerei, un G91Y degli anni ‘60 e un Macchi da addestramento. Non mancano poi divise, poster, lettere, reperti vari e addirittura la ricostruzione della trincea Dente Italiano del Monte Pasubio. Un museo in perenne evoluzione dato che, nei prossimi mesi, saranno completate due nuove aree dedicate alla marina e all’aviazione. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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