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Rispunta la discarica sotto la Pedemontana

Rifiuti sepolti nel terreno dove passerà la strada PedemontanaNella zona in passato erano state ricavate alcune discaricheI rifiuti saranno trasferiti per lo smaltimento. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN
Rifiuti sepolti nel terreno dove passerà la strada PedemontanaNella zona in passato erano state ricavate alcune discaricheI rifiuti saranno trasferiti per lo smaltimento. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN
Rifiuti sepolti nel terreno dove passerà la strada PedemontanaNella zona in passato erano state ricavate alcune discaricheI rifiuti saranno trasferiti per lo smaltimento. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN
Rifiuti sepolti nel terreno dove passerà la strada PedemontanaNella zona in passato erano state ricavate alcune discaricheI rifiuti saranno trasferiti per lo smaltimento. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN

Altri rifiuti lungo il tracciato di Montecchio della Superstrada Pedemontana Veneta. Mentre proseguono i lavori per la costruzione della grande arteria che collegherà la città castellana con Spresiano, sono tornati alla luce, come accadde quasi tre anni fa, cumuli di immondizie sepolti nel terreno a un paio di metri di profondità. L’area è sempre la stessa, fra le località Molinetto e Pontesello, dove negli anni Sessanta sorgevano alcune discariche, realizzate nelle cave di ghiaia ormai esaurite. Ancora si vedono chiaramente vecchi oggetti, plastica colorata e sacchi neri, che sbucano dal terreno scavato verticalmente. Non mancano addirittura vecchie gomme, piccoli giochi una volta dai colori accesi e ora sbiaditi, stracci, carte a brandelli e altri utensili che erano di uso quotidiano e oramai irriconoscibili. Rifiuti che vengono prelevati e accumulati dagli operai che stanno lavorando all’edificazione della Spv, pronti per essere portati via, questa volta in discariche apposite. Intanto le squadre di costruzione proseguono con l’opera di costruzione della muraglia di contenimento che si affaccia sulla carreggiata e, per il momento, non sarebbe prevista alcuna interruzione dei lavori. Cosa è presente nel sottosuolo è chiaro dal 2015, da quando vennero scoperti nella stessa area i primi rifiuti ed allora vennero analizzati e classificati come rifiuti urbani. Poi spetterà comunque, agli organi competenti, come l’Arpav, decidere se provvedere ad ulteriori verifiche o meno. Una parte della vecchia discarica venne scoperta nell’estate di tre anni fa, proprio durante i primi lavori alla Pedemontana, mentre si procedeva alla posa dei piloni di cemento armato. Allora i lavori vennero interrotti per le doverose analisi e, dopo, la bonifica l’opera riprese. Era pressoché certo che, a poche decine di metri di distanza dal primo ritrovamento, venissero rinvenuti altri rifiuti. Pure circa 15 anni fa, sempre nelle vicinanze, una discarica venne intercettata dall’Anas nel corso dei lavori di realizzazione della Variante alla Sp 246. Anche in quel caso venne fatta una bonifica della superficie interessata per poter procedere con i lavori. Fino ai primi anni Ottanta in zona non era raro che vecchie cave private venissero utilizzate come discariche. Era un passaggio permesso dalle normative vigenti mezzo secolo fa quando, non solo non si parlava di differenziata, ma neanche si sapeva cosa fosse. E il danno ambientale, a causa di questi procedimenti, sta venendo alla luce negli ultimi anni. A mettere fine alle discariche private ci pensarono le Amministrazioni di allora che aprirono quelle comunali. Proprio l’attivazione di questi luoghi di raccolta pubblici sancì il graduale declino di quelle dei cittadini. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonella Fadda

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