<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Dializzati, non più pazienti di serie B»

Il direttore del dipartimento di nefrologia  Claudio Ronco  e la coordinatrice infermieristica Franca LovatoUna foto scattata prima che venisse inaugurato il nuovo reparto
Il direttore del dipartimento di nefrologia Claudio Ronco e la coordinatrice infermieristica Franca LovatoUna foto scattata prima che venisse inaugurato il nuovo reparto
Il direttore del dipartimento di nefrologia  Claudio Ronco  e la coordinatrice infermieristica Franca LovatoUna foto scattata prima che venisse inaugurato il nuovo reparto
Il direttore del dipartimento di nefrologia Claudio Ronco e la coordinatrice infermieristica Franca LovatoUna foto scattata prima che venisse inaugurato il nuovo reparto

È un anniversario importante quello che ricorre in questi giorni all’ospedale San Lorenzo. Un anno fa veniva inaugurato il nuovo reparto di emodialisi, una struttura a lungo attesa dai pazienti e da tutto il territorio dell’alta Valle dell’Agno. Numeri alla mano sono 47 i pazienti assistiti negli ultimi 12 mesi, per un totale di 4.971 trattamenti. Le prestazioni sono effettuate dal personale medico del dipartimento di nefrologia, dialisi e trapianto del San Bortolo, presente a Valdagno con turni a rotazione tali garantire anche la guardia 24 ore su 24 per gestire eventuali urgenze diurne e notturne e i ricoveri programmati. Ad affiancare i medici è uno staff qualificato composto da 13 infermieri, oltre alla coordinatrice infermieristica Franca Lovato e a 3 operatori socio-sanitari. Oltre alle sedute di dialisi extracorporea, ci sono stati 35 ricoveri, 68 consulenze e una ventina di altre procedure. Inoltre sono state eseguite anche 136 analisi impedenziometriche dalla quali possono emergere informazioni utili per comprendere l’evoluzione del paziente rispetto alla terapia. Frutto di un investimento di 1.180.00 euro, il nuovo reparto ha 10 posti letto di trattamento, uno per il trattamento di pazienti isolati e uno per la gestione delle emergenze con altrettanti reni artificiali di ultima generazione. Tra le peculiarità tecnologiche spicca il collegamento in telemetria con la nefrologia dell’ospedale San Bortolo da dove gli specialisti possono in tempo reale visionare il funzionamento di ogni apparecchiatura installata al San Lorenzo e controllare i dati dei pazienti sottoposti a trattamento. La nuova struttura, che si sviluppa su 660 mq contro i 350 mq della struttura precedente, ha consentito di migliorare anche il confort e la privacy per i pazienti per rendere meno gravosa la permanenza durante le 12 ore settimanali di trattamento. A commentare questo primo anno di attività è il professor Claudio Ronco, direttore del dipartimento di nefrologia, dialisi e trapianto del San Bortolo: «Abbiamo portato a Valdagno le tecnologie, l’esperienza e le competenze di Vicenza e così oggi possiamo dire che davvero non ci sono cittadini di serie a e serie b. Tutti infatti possono accedere agli standard più elevati di assistenza anzi la struttura di Valdagno attualmente è la più moderna. E continuerà a esserlo: siamo infatti in fase di ulteriore rinnovo delle apparecchiature, nonostante queste siano comunque tra le più moderne. Inoltre il costante collegamento con Vicenza rappresenta un’ulteriore garanzia. Grande merito va riconosciuto al personale che ha instaurato un bel dialogo con i pazienti che trovano qualcosa che va al di là della tecnologia e si sentono parte di una famiglia». Soddisfatto di questo primo anno di attività della nuova emodialisi di Valdagno è anche il direttore generale dell'Ulss 8 Berica Giovanni Pavesi: «Il nuovo reparto era un’opera attesa dalla comunità. Un anno dopo possiamo trarre un primo bilancio e sicuramente tutti i riscontri che abbiamo sono positivi, non solo gli indicatori clinici ma anche in termini di apprezzamento per la qualità del servizio e dell’operato del personale sanitario. Sul rilancio dell’ospedale di Valdagno abbiamo investito molto negli ultimi due anni e continueremo a farlo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luigi Cristina

Suggerimenti