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«Villa palladiana salvata dalla Soprintendenza»

Il complesso palladiano di villa Caldogno. ARCHIVIO
Il complesso palladiano di villa Caldogno. ARCHIVIO
Il complesso palladiano di villa Caldogno. ARCHIVIO
Il complesso palladiano di villa Caldogno. ARCHIVIO

«Meno male che la Soprintendenza c’è!». Con queste parole l’avvocato Anna Maria Fabris, consigliera di “Caldogno Futura” succeduta al dimissionario Marco Lunardi, commenta il nuovo corso commerciale avviato dall’amministrazione comunale per la gestione del complesso palladiano di Villa Caldogno. La nuova capogruppo è approdata recentemente tra i banchi della sala consiliare dopo il salto di Lunardi dal piccolo paese alla città, dove si è candidato, votatissimo, con l’attuale sindaco Francesco Rucco. Per Anna Maria Fabris, più che l’indirizzo turistico - culturale scelto dall’amministrazione comunale per la gestione dello storico edificio, il nocciolo della questione è l’annullamento dell’incarico di affidamento per la gestione commerciale alla società “Idee Italiane Group srl” di Roberto Bottazzi, a cui il Comune di Caldogno aveva nei mesi scorsi dato mandato per curare gli eventi privati, quelli remunerativi, proposti nel contesto della villa. «La delibera di giunta del 26 aprile scorso che affidava la gestione all’agenzia del signor Roberto Bottazzi - puntualizza Fabris - è stata annullata con successiva delibera del 30 maggio 2018 a seguito del parere negativo della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la province di Verona, Rovigo e Vicenza». La Soprintendenza ha infatti ritenuto “non accoglibile l’atto di incarico” ma, come già scritto nel nostro Giornale, per quanto riguarda un’attività continuativa: il privato potrà infatti coordinare la programmazione di eventi (cene, seminari, presentazioni) con deleghe “a progetto”, volta per volta. Per “Caldogno Futura” però «ancora una volta si manifesta la superficialità dell’azione della giunta che pensava di poter trattare la gestione di un gioiello architettonico, tutelato ai sensi di legge, delegando ad un soggetto privato le modalità di sfruttamento economico senza riservarsi la possibilità di fare una valutazione specifica su ogni singola proposta». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giulia Armeni

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