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Trovato un donatore per Gianluigi

Gianluigi Petti con la mamma Silvia Maddalena. ARMENI
Gianluigi Petti con la mamma Silvia Maddalena. ARMENI
Gianluigi Petti con la mamma Silvia Maddalena. ARMENI
Gianluigi Petti con la mamma Silvia Maddalena. ARMENI

Gianluigi ce l’ha fatta. Tre anni dopo l’inizio della battaglia, condotta coraggiosamente assieme ad un esercito di amici e sostenitori, il giovane calciatore della Junior Monticello affetto dalla leucemia ha sferrato l’attacco finale alla malattia che lo aveva colpito nel 2015. Nella giornata di martedì 20 novembre, all’ospedale di Padova, il giovane, da poco maggiorenne, è stato infatti sottoposto al trapianto di midollo osseo che insieme alla sua famiglia e all’intera comunità di Monticello Conte Otto attendeva dal giorno della terribile diagnosi. Una notizia accolta con gioia anche oltre i confini vicentini, dal momento che la storia di Gianluigi era divenuta un caso nazionale la scorsa primavera, quando dalle pagine del nostro Giornale avevamo raccontato la gara di solidarietà, partita spontaneamente, fra amici e abitanti di Monticello, attraverso una vendita di torte, promossa per contribuire alle spese mediche. «È andato tutto bene», sono le prime parole di mamma Silvia Maddalena all’indomani della trasfusione. Quasi un respiro profondo, a pieni polmoni, dopo aver trattenuto preoccupazione e paura per tre, interminabili, anni. Ne aveva 15 Gianluigi quando si ammalò e oggi, a 18 anni, compiuti lo scorso 20 agosto, quando i coetanei festeggiano la maggiore età, lui si sente all’inizio di una seconda vita, e non vede l’ora di ricominciare a dedicarsi a se stesso e alle sue passioni, lontano dagli ospedali. «Sappiamo che il percorso sarà lungo - mette subito le mani avanti mamma Silvia - ci vorrà infatti almeno un altro anno di cure ma finalmente è arrivato il regalo che tutti aspettavamo». Un regalo di Natale anticipato, sotto forma di un midollo osseo compatibile e giunto, inaspettato e quando ormai le speranze stavano venendo meno, da un donatore straniero: «Un ragazzo israeliano, giovane, inserito nella banca dati internazionale e che qualche mese fa si è rivelato idoneo alla trasfusione», spiega Silvia. Se l’operazione è stata effettuata alle 16.20 del 20 novembre, l’annuncio dell’esistenza di una persona che, con un semplice prelievo, avrebbe potuto salvare il figlio, risale a due mesi fa. «Stavamo andando avanti con le terapie dopo che a febbraio Gianluigi aveva avuto una ricaduta nella malattia quando, un giorno, l’ospedale ci ha chiamato per dirci che era stato trovato un donatore», ripercorre Silvia. Una telefonata che ha cambiato per sempre la vita della famiglia Petti: «L’emozione che abbiamo provato è indescrivibile, era da così tanto tempo che aspettavamo, che avevamo quasi perso le speranze e invece ce l’abbiamo fatta». Dopo aver completato il ciclo di chemio e radioterapia necessario per poter affrontare l’intervento, il ragazzo è entrato in ospedale, dove resterà ancora per un periodo di tempo prima di poter ricominciare là dove la leucemia aveva interrotto bruscamente la sua spensieratezza di adolescente. «Penseremo alla scuola, da dove lo avevamo ritirato per via dei continui ricoveri e poi alla patente dell’auto, ora che è maggiorenne non vede l’ora di prenderla», sorride la madre. E poi il calcio, naturalmente: se è presto ancora per dire quando e come Gianluigi potrà tornare sui campetti del suo paese, la passione per il pallone, grazie al supporto costante dei compagni di squadra e della società Junior Monticello, non è mai venuta meno. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giulia Armeni

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