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Omba a fine corsa, via ai licenziamenti

La Omba di Torri verso la chiusura
La Omba di Torri verso la chiusura
La Omba di Torri verso la chiusura
La Omba di Torri verso la chiusura

Andrea Frison Venerdì, in Regione, i sindacati firmeranno l’accordo per il licenziamento collettivo di 88 dipendenti di Omba. Tanti infatti, sono rimasti i lavoratori dell’azienda di Torri di Quartesolo da quando, lo scorso dicembre, è stata avviata la procedura di mobilità per 119 dipendenti. Sono una trentina, quindi, quelli che, vista la mal parata hanno firmato la lettera di dimissioni. «In cambio della firma dell’accordo sul licenziamento, che comporterà dei costi in meno per l’azienda, la proprietà ha promesso un “incentivo all’esodo” di mille euro», spiega Carla Grandi, della Uilm. «In questo, la notizia positiva è che l’azienda ha accettato di sospendere per trenta giorni la procedura – prosegue la sindacalista -. Venerdì, in Regione, aggiorneremo anche il calendario, tenendo conto dei tempi tecnici. Molto probabilmente i licenziamenti diventeranno esecutivi a fine aprile. Questo garantirà ai lavoratori un altro mese di stipendio». L’ASSEMBLEA. L’ok alla firma dell’accordo è arrivata dai lavoratori lunedì, al termine dell’assemblea che si è svolta in azienda. «Il voto alla fine dell’assemblea ha registrato una decina di astensioni. Il resto dei lavoratori si è detta d’accordo sulla proposta dell’azienda». Se la proroga di trenta giorni è andata in porto, niente si è mosso sulla richiesta di trasformare la domanda di concordato, al momento in bianco, in concordato in continuità, per dare continuità all’attività aziendale. «Su questo, dalla proprietà, non abbiamo ricevuto nessun segnale – riferisce Carla Grandi -. Rispetto al concordato, al momento, l’unica novità è, anche in questo caso, una domanda di proroga». Va registrato il fatto che in tutti i tavoli convocati sia in Regione che al Ministero dello sviluppo economico, la proprietà, che fa capo ai figli di Vittorio Malacalza (azionista di maggioranza di Carige) Mattia e Davide, non si è mai fatta presente. «Un silenzio assordante – lo ha definito il sindaco di Torri Ernesto Ferretto durante il consiglio comunale straordinario dedicato alla crisi dell’azienda, la scorsa settimana -. E uno sgarbo istituzionale, dal momento che nemmeno agli inviti del Ministero la proprietà ha dato risposta». «Chiaro segnale che non c’è la volontà di arrivare ad un accordo», ha commentato Stefano Chemello della Fim Cisl. LA SPERANZA. «In questi trenta giorni di sospensione dei licenziamenti l’unica speranza è che vengano formalizzate delle manifestazione di interesse per l’acquisto dell’azienda – spiega ancora Carla Grandi -. Sono quattro i gruppi che hanno visitato l’azienda in queste settimane, firmando la clausole di riservatezza e accedendo al data center. Tra questi, ci sono un gruppo belga e uno ucraino. Al momento, però, di scritto nero su bianco non c’è niente». Da una eventuale manifestazione di interesse, dipendono anche le mosse del Ministero. «Lo teniamo costantemente aggiornato – spiega la sindacalista -. Ma potrà fare concretamente qualche mossa solo se ci sarà una formale manifestazione di interesse per l’acquisito dell’azienda». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrea Frison

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