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Meno rischi da allagamenti Uno spiraglio per l’edilizia

Allagamenti ad Altavilla. Siamo nella zona di via Retrone
Allagamenti ad Altavilla. Siamo nella zona di via Retrone
Allagamenti ad Altavilla. Siamo nella zona di via Retrone
Allagamenti ad Altavilla. Siamo nella zona di via Retrone

Luisa Nicoli L’area a rischio allagamenti ad Altavilla non è così vasta come indicato dal Pai, Piano di assetto idrogeologico, della Regione Veneto. A dirlo è uno studio affidato ad alcuni professionisti dal Comune di Altavilla, ormai arrivato a conclusione e illustrato in giunta nei giorni scorsi. «La zona di pertinenza indicata come non edificabile per problemi idrogeologici dalla Regione comprendeva tutta l'area industriale e artigianale della Perara, e quindi via Retrone, via Tagliamento, andando a toccare anche l’area residenziale di via Bologna – spiega il sindaco Claudio Catagini – oltre ovviamente a S. Agostino. Ad Altavilla però non si tratta di allagamenti dovuti a straripamenti ma al problema del torrente Riello, che in caso di forti piogge non riesce a sfociare regolarmente sul Retrone e di conseguenza allaga i terreni lungo l’alveo. Lo studio ha quindi dimostrato che le aree effettivamente a rischio sono inferiori rispetto a quelle indicate dal Pai regionale. E quindi restano una parte ridotta della zona artigianale e industriale della Perara, non però l’area abitata, e alcuni terreni a S. Agostino. Si tratta inoltre di un rischio che potrebbe concretizzarsi in futuro in un periodo tra 100 e 300 anni». Il prossimo passo del Comune sarà quindi inviare lo studio a Venezia perché venga recepito e di conseguenza la zona indicata a rischio idrogeologico non edificabile nel Piano regionale sia ridotta. «Tra l’altro i nuovi bacini di laminazione in fase di realizzazione – continua Catagini – porteranno ad aumentare la portata dei fiumi Retrone e Bacchiglione ma migliorando lo scorrimento dell’acqua e riducendone la presenza nell’alveo. Questo avrà benefici anche sul torrente Riello e sui suoi affluenti: lo studio non ne ha tenuto conto ma c’è anche questo aspetto positivo da considerare». Intanto il Comune proprio in questi giorni ha lanciato un bando per la manifestazione di interesse relativo al conferimento dell’incarico professionale per la redazione del “Piano delle Acque” del territorio. Una sorta di fotografia della situazione idraulica e di eventuali criticità. Si tratta di uno strumento ricognitivo dello stato di fatto delle acque superficiali, al fine di una pianificazione territoriale orientata a garantire la sicurezza idraulica dei nuovi interventi e la possibilità di risolvere le problematiche esistenti. «Sarà una vera e propria mappa del territorio», precisa il sindaco Catagini. L’incarico del “Piano delle Acque” prevede diverse fasi: verifica di tutte le informazioni territoriali; sopralluoghi e rilievi sul territorio; ricognizione delle reti fognarie; determinazione dell’interazione tra la rete fognaria, fossi privati e la rete di bonifica; analisi e classificazione della rete idrografica locale e di progetti aventi pertinenza con il sistema idrografico; individuazione delle principali criticità idrauliche e di possibili sinergie tra obiettivi idraulici e ambientali; la gestione informatizzata dei dati costituenti il piano. E una partecipazione ad incontri con l’Amministrazione comunale durante la presentazione del piano in fase di approvazione. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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