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Laghetto, Comune chiamato a risarcire

È battaglia legale sul laghetto di Arcugnano. La Vaccari spa chiede quasi un milione  e mezzo di danni
È battaglia legale sul laghetto di Arcugnano. La Vaccari spa chiede quasi un milione e mezzo di danni
È battaglia legale sul laghetto di Arcugnano. La Vaccari spa chiede quasi un milione  e mezzo di danni
È battaglia legale sul laghetto di Arcugnano. La Vaccari spa chiede quasi un milione e mezzo di danni

«Noi siamo pienamente convinti delle nostre scelte. E continueremo su questa strada senza scendere a compromessi. Finché sarò io il sindaco non ci sarà alcuna possibilità di costruire case al laghetto». Il sindaco Claudio Catagini difende quella che ormai è una sorta di oasi naturalistica cittadina e ribadisce che l’Amministrazione non cambierà posizione in merito al contenzioso aperto da anni con la ditta Vaccari spa, proprietaria dell’ex cava e del terreno dove naturalmente si è creato il laghetto di Altavilla molti anni fa. Nemmeno davanti alla richiesta di quasi un milione e mezzo di danni. L’11 ottobre è fissata l’udienza al Tar di una vicenda giudiziaria che parte da lontano e sulla quale si intersecano diverse questioni, dalla proprietà dell’area alla concessione di edificare 5mila metri cubi di turistico-ricettivo a servizio del laghetto fino alla richiesta della Vaccari del cambio di destinazione d’uso per avere volumetrie edificabili residenziali, accolta e inserita nel Pat dall’Amministrazione Petucco ma non recepita successivamente in alcun Piano degli Interventi. Così in vista della prossima udienza che si discuterà al Tar la ditta Vaccari ha rilanciato chiedendo al Comune un risarcimento danni di un milione 475mila euro per la mancata concessione a costruire abitazioni e anche la restituzione del terreno. «La causa l’abbiamo avviata noi in merito alla proprietà dell’area – spiega il vicesindaco Carlo Dalla Pozza – perché la ditta Vaccari non ha mai adempiuto all’accordo che prevedeva l’acquisizione da parte del Comune del laghetto come concordato. Loro però hanno poi rilanciato inserendo incidentalmente nella causa la questione dell’edificabilità residenziale dell’area. Secondo la ditta Vaccari ci sarebbe un accordo pubblico-privato da far rispettare definito con l’Amministrazione Petucco. E vista l’inadempienza del Comune chiedono la restituzione del laghetto e un risarcimento danni. In merito alla trasformazione della cubatura in residenziale però si è già pronunciato il Tar sul ricorso presentato dalla stessa ditta Vaccari: il Pat non costituisce diritto a costruire case e non c’è alcun obbligo per l’Amministrazione. Il Comune avrebbe dovuto inserire l’area con previsione di edificabilità residenziale nel Piano degli Interventi. Cosa che non abbiamo mai fatto e che non faremo». La prima convenzione tra le parti per il recupero e la riqualificazione dell’ex cava che prevedeva di rendere subito usufruibile al pubblico il laghetto in cambio della possibilità di realizzare una struttura turistico ricettiva risale al 2001. Poi rinegoziata nel 2006 «quando il Comune – continua Dalla Pozza – è stato costretto ad assumersi l’onere del completamento del ripristino ambientale del sito con la promessa, contratto preliminare, di acquistare il laghetto per circa 144mila euro». Acquisizione poi mai avvenuta «per inadempienza della Vaccari» e così si arriva alla richiesta del cambio di destinazione d’uso e dell’edificabilità residenziale. «Per le volumetrie turistico ricettive non ci sono problemi, quanto concesso rimane – conclude il sindaco Catagini – ma non abbiamo alcun obbligo di recepire nel Piano degli Interventi quello che loro sostengono essere un accordo pubblico-privato per la residenzialità». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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