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Il villaggio fantasma ora va all’asta

Il villaggio fantasma di Capovilla. Ora l’area andrà all’asta per un importo minimo di circa 3,8 milioni
Il villaggio fantasma di Capovilla. Ora l’area andrà all’asta per un importo minimo di circa 3,8 milioni
Il villaggio fantasma di Capovilla. Ora l’area andrà all’asta per un importo minimo di circa 3,8 milioni
Il villaggio fantasma di Capovilla. Ora l’area andrà all’asta per un importo minimo di circa 3,8 milioni

Il villaggio fantasma di Capovilla va all'asta. I 96 appartamenti al grezzo, gli scheletri degli stabili commerciali e i terreni per la piazza, i giardini e i percorsi pedonali sono infatti finalmente in vendita a poco più di 5 milioni di euro complessivi. Il cuore della frazione di Caldogno si prepara così, queste almeno le intenzioni, a rimettersi in moto dopo un stop forzato durato più di 10 anni. L'area da 16 mila metri quadrati che taglia in due il quartiere e che secondo i progetti avviati 14 anni fa avrebbe dovuto accogliere la nuova piazza, negozi, uffici e soprattutto case, è ufficialmente sul mercato dopo la pubblicazione di un avviso di vendita che fissa l'apertura delle buste e l'eventuale gara il 20 settembre, davanti al notaio Michele Dal Maso. A curare la non semplice creazione di un pacchetto diviso in due lotti principali, l'uno al prezzo base di 2.818.318,96 euro l'altro a 2.352.363 euro, è stato il curatore Alberto Matteazzi, che ha in custodia il maxi cantiere dopo il fallimento dell'impresa Prof Costruzioni srl, promotrice dell'ambizioso piano edilizio disarcionato dalla crisi del mattone del 2008. Dopo le travagliate vicende della ditta e dopo anni di difficile convivenza per i residenti provocati da una cittadella abbandonata e consegnata al degrado e all'incuria, i lavori potrebbero dunque riprendere con un nuovo proprietario. Una nuova società costruttrice che, è l'auspicio tanto del curatore quanto dell'amministrazione comunale, ripartirebbe da dove ci si era fermati 10 anni fa, completando sia le unità abitative che le opere pubbliche mai collaudate al di là dei muri di compensato eretti per tenere alla larga abusivi e sbandati. Il sito, per praticità, è stato diviso anche sulla carta in due lotti principali, l'A e il B, che corrispondono all'appezzamento residenziale -96 appartamenti tutto sommato in buono stato secondo Matteazzi – e a quello invece ancora in fase embrionale dove sarebbero dovuti sorgere esercizi commerciali, piazza, portici, fermata dell'autobus. Lì, nel lato destro di via Capovilla in direzione del centro di Caldogno, non c'è infatti che l'ossatura di un edificio sopra una gettata di cemento. Delle proprietà calidonensi fanno parte per la verità anche alcuni beni situati a Torrebelvicino, perlopiù relitti stradali inseriti nella proposta perché sempre legati alla Prof Costruzioni srl. Tutto tace invece, ancora, sul fronte della fideiussione da 750 mila euro che da anni il Comune sta cercando di escutere dall'assicurazione: «Siamo in trattativa e non è semplice, fra qualche settimana forse ne sapremo di più», si limita a dire l'assessore all'urbanistica Marcello Vezzaro. Al centro del contenzioso ci sarebbero le opere pubbliche fino al 2008 realizzate dalla ditta di Gallio (poi trasferita legalmente ad Altavilla): per quest'ultima sarebbero state, per lo meno in parte, eseguite come da accordi, mentre l'amministrazione ha invece sempre sostenuto l'impossibilità di collaudo per la quasi totalità. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giulia Armeni

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