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Il cane abbaia troppo: multa di 300 euro

Sta facendo discutere il caso della multa inflitta ai proprietari di un cagnolino troppo “rumoroso”
Sta facendo discutere il caso della multa inflitta ai proprietari di un cagnolino troppo “rumoroso”
Sta facendo discutere il caso della multa inflitta ai proprietari di un cagnolino troppo “rumoroso”
Sta facendo discutere il caso della multa inflitta ai proprietari di un cagnolino troppo “rumoroso”

Da una parte il sacrosanto diritto del cane ad abbaiare, come riconosciuto anche da una sentenza del tribunale di Lanciano. Dall'altra l'altrettanto inviolabile diritto delle persone al riposo e alla quiete, come stabilito dal codice civile e penale.

In mezzo la storia di Billy, un meticcio di piccola taglia, di un paio d'anni, al centro suo malgrado di un polverone senza precedenti a Caldogno.

Succede infatti che i suoi proprietari, una famiglia trasferitasi in paese da poco più di un mese, il 17 maggio abbiano ricevuto dai vigili dell'Unione dei Comuni una multa di 300 euro per disturbo e molestia alla famiglia segnalante, come si legge nella copia del verbale. Sanzione accessoria, che ha fatto gridare allo scandalo Enpa e animalisti, il possibile allontanamento del cane, a discrezione del sindaco.

Questo in seguito al terzo sopralluogo effettuato dagli agenti nella bifamiliare dove Billy vive, su sollecitazione, ripetuta, della vicina del piano di sotto, disturbata dal continuo abbaiare.

Una linea, quella dei pubblici ufficiali, contro cui si scaglia Enpa, che della vicenda ha deciso di farne una battaglia in difesa di tutte le bestiole, lanciando l'allarme soprattutto sulla paventata possibilità di un allontanamento dell'animale in caso di recidiva.

«Per mezz'ora in cui la polizia è rimasta sotto casa, il 17 maggio, a sentire il cane abbaiare, senza che ci siano state altre segnalazioni su Billy a parte quella di un'unica signora, viene elevata una multa spropositata ad una famiglia e si crea un precedente inquietante – attacca Federica De Pretto, presidente Enpa Schio- Thiene, cui i proprietari del cagnolino si sono rivolti per assistenza legale – con questi presupposti tutti i cani sono in pericolo, ci auguriamo che il sindaco di Caldogno accolga il ricorso e archivi questo verbale indegno di un paese civile».

A stretto giro arriva la replica della polizia, con il comandante Ermanno Pianegonda che chiarisce l'accaduto, fornendo una diversa chiave di lettura: «È stato applicato il regolamento, il problema qui non è naturalmente il cagnolino, che non ha colpe, anzi: semplicemente gli agenti hanno raccolto le segnalazioni dei vicini che non riescono più a dormire e a riposare, com'è loro diritto. Nessuno ha intenzione di allontanare il cane, ma il verbale andava fatto per tutelare le persone coinvolte. Dispiace per il clima che si è creato ma ci tengo a ricordare tutte le volte in cui interveniamo per casi di cani a catena, maltrattati, lasciati sotto al sole o smarriti. E se un cagnolino abbaia così tanto, solo in casa per molte ore, forse non sta proprio bene».

Intanto il meticcio, fa sapere Enpa, è stato temporaneamente allontanato dai suoi padroni e preso in carico dai volontari, nell'attesa che si calmino le acque: l'episodio, dibattuto sui social, ha varcato rapidamente i confini locali, tanto che alla casella di posta elettronica dell’amministrazione comunale sono arrivate mail di richiesta di spiegazioni anche da fuori Regione.

Giulia Armeni

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