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«Così ho tenuto in vita mio fratello»

Danilo Bertorelle accanto al fossato dove il fratello era caduto rischiando l’annegamento. MAZZARETTO
Danilo Bertorelle accanto al fossato dove il fratello era caduto rischiando l’annegamento. MAZZARETTO
Danilo Bertorelle accanto al fossato dove il fratello era caduto rischiando l’annegamento. MAZZARETTO
Danilo Bertorelle accanto al fossato dove il fratello era caduto rischiando l’annegamento. MAZZARETTO

È ancora scosso Danilo Bertorelle, l’uomo che grazie alla sua prontezza giovedì pomeriggio a Ponte di Costozza ha salvato il fratello Sergio scivolato dentro il Canale Bisatto. «Non ha idea - dice - di quante cose ti passano per la testa in quei momenti, pensi solo a salvare un uomo che tra l’altro è tuo fratello con il quale hai passato una vita insieme». Danilo ha 78 anni, solo due meno del fratello e racconta tutto questo mentre sta coltivando l’orto proprio poco lontano dall’argine del Canale Bisatto dove il giorno prima è scivolato il fratello. «Mio fratello Sergio – sottolinea - anche se ha 80 anni è come un vulcano, mai stanco di lavorare. L’altro ieri stava tagliando l’erba dell’argine con il decespugliatore, poco prima lo aveva visto e salutato anche mia figlia Anna che era scesa giù nell’orto. È stato quando mia cognata Maria Pia l’ha perso di vista che è successo tutto. Allora si è precipitata giù e ha visto Sergio dentro il canale, disperata ha cominciato a chiamarmi che mio fratello stava annegando.» E qui a ripensare tutto questo a Danilo Bertorelle ritorna l’incubo di quel brutto quarto d’ora, che in realtà è stato molto di più. «Quando sono arrivato - spiega – ho visto mio fratello disteso sull’acqua del canale con la faccia verso l’alto e le mani lungo i fianchi. Si vedeva che aveva bevuto parecchia acqua, evidentemente quando è caduto è andato subito sotto, così sono entrato direttamente in acqua anch’io, per fortuna non era molto alta. La prima cosa che ho fatto è stato di avvicinare mio fratello alla riva, ma era troppo pesante per riuscire a tirarlo fuori, cosi mi sono fatto portare un cuscino e lo ho adagiato con la testa sul bordo dell’argine mentre il corpo era completamente sotto acqua. Dopo un po’ mia figlia Anna ha fermato un ciclista che passava sulla ciclabile davanti casa, Gianni Dorio, e in due allora abbiamo provato a tirarlo fuori ma non c’è stato niente da fare. Mio fratello pesa almeno 80 kg, e poi mettici tutti i vestiti zuppi d’acqua. Il fondo del canale poi era viscido e scivoloso per cui l’unica cosa che siamo riusciti a fare è stato di sollevarlo un po’ e sistemarlo con la testa sul cuscino un po’ più distante dall’acqua. In quella posizione, anch’io dentro il canale dove ci sono rimasto poco meno di un’ora finché non sono arrivati i soccorritori. Vigili del fuoco e ambulanza del 118, i quali hanno imbragato mio fratello, collocato sulla barella spinale e tirato su sull’argine con le corde, poi avvolto nella coperta termica, caricato in ambulanza e ricoverato all’ospedale dove tuttora si trova nel reparto rianimazione. I medici dicono che ci vorranno ancora alcuni giorni prima di sciogliere la prognosi. Certo, ha bevuto parecchia acqua, lo si si vedeva dal ventre gonfio, e poi era acqua fredda e sporca tanto che anch’io ho passato parte della notte per sottopormi ad alcuni esami come aveva consigliato il mio medico». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Albano Mazzaretto

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