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«Ad Arcugnano non si nasce più»

Nella foto di repertorio i genitori accompagnano la figlia a scuola. Problema denatalità ad Arcugnano
Nella foto di repertorio i genitori accompagnano la figlia a scuola. Problema denatalità ad Arcugnano
Nella foto di repertorio i genitori accompagnano la figlia a scuola. Problema denatalità ad Arcugnano
Nella foto di repertorio i genitori accompagnano la figlia a scuola. Problema denatalità ad Arcugnano

Ad Arcugnano calano le nascite. Così come sta avvenendo un po’ ovunque. Ma i numeri dei servizi demografici stanno facendo preoccupare l’Amministrazione comunale. «Siamo ai minimi storici degli ultimi decenni», dice il sindaco Paolo Pellizzari. E per la prima volta ad Arcugnano nel 2017 il saldo tra le nascite, 50, e le morti, 51, è negativo. Ma a far pensare primo cittadino e amministratori è soprattutto il calo dei nuovi nati. I dati infatti, che nel 2011 contavano 80 nascite e quindi una comunità in crescita, nel 2012 hanno registrato il primo crollo con 59 neonati e con una media che negli ultimi cinque anni è continuata a diminuire, fino al picco del 2017 con sole 50 nascite. «E con il timore che il trend continui ad essere questo – spiega il sindaco Pellizzari – e quindi con una comunità che sta invecchiando, con sempre meno giovani, e conseguenze che si faranno sentire in primis in asili nido e scuole materne, con un calo delle iscrizioni. Qui purtroppo non si tratta di una leggera riduzione ma di un fenomeno violento, con una diminuzione di oltre il 40% delle nascite in cinque anni. Dobbiamo prepararci ad affrontare il problema e riconsiderare tutta l’architettura dei servizi scolastici. Oltre a predisporre servizi alla famiglia, per favorire le giovani coppie e fare in modo che mettere al mondo un figlio diventi una gioia e non un problema. Dal doposcuola al rafforzamento dei centri estivi, dai servizi sportivi alla biblioteca, per accompagnare e dare assistenza alle famiglie. Con questi numeri – continua Pellizzari - dobbiamo mettere in campo grande capacità di programmazione e iniziare a cambiare per non essere schiacciati dal problema, ma attrezzarci per riuscire a gestirlo». Sulle motivazioni di un calo delle nascite di oltre il 40% in cinque anni il sindaco spiega. «Difficile analizzare il dato. Di certo l’espansione edilizia di alcuni anni fa si è esaurita. Arcugnano era una sorta di valvola di sfogo per la Riviera Berica, ora invece la situazione si sta stabilizzando e non esiste più quello sviluppo edilizio che permetteva l’immigrazione di giovani coppie sul nostro territorio. Finalmente però dopo sette anni siamo riusciti a sbloccare e approvare il Piano degli Interventi, che ne prevede una quarantina tra ampliamenti e nuove case». «A parte la crisi del settore edilizio che incide anche qui – spiega il geom. Primo Pasetto, studio tecnico di progettazione ad Arcugnano da 30 anni – il problema è la mancanza di aree edificabili. Le lottizzazioni realizzate in passato si sono saturate e non ci sono più aree di espansione. Quelle che tra gli anni Ottanta e Novanta hanno portato ad un notevole incremento di giovani coppie soprattutto nella zona di Torri. Un flusso che dal 2000 in poi non si è più verificato. E in quest’ultimo periodo diverse giovani coppie di Arcugnano non hanno trovato la possibilità di costruirsi la casa qui. Adesso qualche segnale di ripresa c’è, a cui speriamo possa contribuire anche il Piano degli Interventi del Comune. Ma non ci sarà più un boom edilizio come quello di trent’anni fa». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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