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Vie spente e nuove luci Il centro cambia volto con il valzer dei negozi

Fausto Bindella, nel suo storico negozio di via MenarolaI portici di piazza Libertà, classico percorso che, attraverso le vetrine, conduce al Ponte. CECCON
Fausto Bindella, nel suo storico negozio di via MenarolaI portici di piazza Libertà, classico percorso che, attraverso le vetrine, conduce al Ponte. CECCON
Fausto Bindella, nel suo storico negozio di via MenarolaI portici di piazza Libertà, classico percorso che, attraverso le vetrine, conduce al Ponte. CECCON
Fausto Bindella, nel suo storico negozio di via MenarolaI portici di piazza Libertà, classico percorso che, attraverso le vetrine, conduce al Ponte. CECCON

Il centro storico di Bassano sta cambiando volto, in modo impercettibile ma costante e non tornerà più ad essere ciò che è stato un tempo. È un trasformazione che avviene sotto gli occhi dei bassanesi abituati a frequentare il cuore della città e che di volta in volta si accorgono di una nuova vetrina, di una serranda abbassata per sempre e di una via che improvvisamente riprende luce e colore oppure che sembra spegnersi dietro ad una vetrata inesorabilmente vuota. In questo ultimo decennio, complice anche la crisi economica, ma non solo, sottolineano gli operatori, il commercio in città ha cambiato pelle tra concorrenza spietata delle grandi aree commerciali, shopping on line, consumi che cambiano, elevati costi di gestione e pure il ricambio generazionale. Talvolta, ammettono gli stessi esponenti della categoria, con una certa improvvisazione. E non serve andare al tempo in cui in via Da Ponte si vendevano il pesce, l’ortofrutta e i grandi elettrodomestici, in via S. Bassiano si acquistavano latticini e in via Barbieri si riparavano tv. Anche di recente intere vie hanno mutato il loro aspetto, talvolta nella direzione di un rilancio, talaltra, purtroppo, abbandonate dai flussi di turisti e acquirenti. In questo turnover continuo, a non cedere terreno (ma non sempre) sono le attività storiche, spesso le uniche a tenere in piedi, pressoché da sole, la vita di una strada o di un vicolo come, per fare un esempio la gastronomia rosticceria Da Adriano di Nico Cattarin e l’Ottica Martino di Salvatore Martino con storie più che quarantennali . Via Vittorelli e piazzetta Zaine hanno saputo cogliere l’occasione della nuova pavimentazione in porfido nell’estate del 2013, e della Ztl targata Cimatti, per rilanciare l’offerta. Qui è nata nel 2014 l’idea dello Street Shop&Lounge". Banca Fideuram si è accasata nel restaurato palazzo dove un tempo c’era il Cantinon e ha aperto persino un negozio di ortofrutta, il Brasitaly. La pasticceria Dolce Bassano del vulcanico Mario Sarri e la moda dell’area ex Gabrielli hanno tirato la volata. In via Matteotti, a sorpresa, l’abbigliamento ha ceduto spazio ai casalinghi: Scout, trasferitosi in piazza Libertà è stato sostituito infatti da Kasanova. Via Museo, che rischiava di trovarsi sempre più confinata ai margini, grazie a imprenditori intraprendenti come quelli che gestiscono il Graffiti Arte, La Luna e i falò, L’imperfetto, Nuove Idee e il Jobs Cafè attorno al quale gravitano i giovani che frequentano la biblioteca, si è avvicinata alla vita di piazza Garibaldi. Più in là, oltre Videodisco e lo showroom di Personal abbigliamento di Cassola ci sono solo serrande chiuse. Se per qualche tempo via Bricito è parsa essere abbandonata dal classico percorso piazze-ponte, l’apertura di Start a palazzo Finco, uno spazio in cui si promuove arte e cultura, si è rivelata vincente. Altrove non è andata, per ora, in questo senso. Via Portici Lunghi si spegne appena usciti da piazza Libertà dove la tabaccheria si è rinnovata nel vivace caffè dal nome evocativo SanMarco. Appena più sotto ci sono solo il caffè Ausonia e, al posto di Cartofollie, il negozio del Centro arredamento di Fiera di Primiero mentre la chiusura del Bistrò ha lasciato spazio al nulla. Via Bellavitis ha visto abbassarsi per sempre la serranda di Tessarollo, storico negozio di abbigliamento, al posto del quale aprirà Allianz Bank. Poco più sotto, il caffè è stato sostituito dalla Strana Bottega con la sua vetrina di abbigliamento sportivo. Nella stessa via ha chiuso i battenti per sempre un’altra storica attività, Baggio Casalinghi. Il cartello esposto è eloquente: “Grazie a tutti. È stata una bella avventura”. Non diversamente va in via Schiavonetti. Via Marinali ha patito la soppressione del tribunale e solo ora con alcune iniziative sta cercando di risollevarsi. Lì ha chiuso il negozio Mirella, l’ultima fioreria dentro la cinta muraria in una via che resta un rosario di vetrine con la scritta “affittasi”. Rimane La Colazione in bottega a calamitare clienti nell’area fra via Brocchi e via Mure del Bastion. Piazzotto Montevecchio, dove hanno chiuso la Bottiglieria (ma l’enogastronomia Montevecchio di Fausto Bindella è sempre lì a un passo, aperta) e la Sanitaria Centrale, vede Palazzo delle Misture e l’Officina del gusto orientare il percorso che conduce al Ponte Vecchio sulla gastronomia. Anche via Da Ponte non è immune al fenomeno delle serrande abbassate. La telefonia è migrata verso l’area Schiavotto mentre la storica Ottica Baccin si trova ora vicino alle Poste in piazza Paolo VI. Discorso a parte Angarano. Le numerose chiusure hanno visto mutare il volto della strada dove di recente hanno aperto i battenti la Premiata Fabbrica Pizza, Cucina Teochef e Bar ber. Lo spazio un tempo occupato dalla libreria Giunti, a un passo dal Ponte, è invece rimasto inesorabilmente vuoto, difficilmente colmabile in futuro da un’analoga attività. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Carlo Barbieri

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