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Vardanega, nuovi guai alla luce

Il castello dall’alto: in primo piano la sua cinta muraria. FOTO CECCON
Il castello dall’alto: in primo piano la sua cinta muraria. FOTO CECCON
Il castello dall’alto: in primo piano la sua cinta muraria. FOTO CECCON
Il castello dall’alto: in primo piano la sua cinta muraria. FOTO CECCON

Non si placa lo scontro tra Comune e Vardanega. E un provvedimento del giudice dà ragione al primo condannando il secondo a pagare. Non bastassero tutti i problemi del Ponte Vecchio e del Polo museale Santa Chiara, ora l’Amministrazione e la ditta di Possagno sono ai ferri corti anche per i lavori di risistemazione della cinta muraria della città ancora all’epoca dell’Amministrazione Cimatti. La Vardanega aveva ottenuto un compenso pari a 427 mila euro. In sede di collaudo, però, erano emerse problematiche all’impianto di illuminazione delle mura, che non rispettava le caratteristiche richieste. Ora il tribunale di Vicenza ha emesso un decreto ingiuntivo nei confronti della ditta. Tutto ha avuto inizio l’estate scorsa, quando il collaudatore dei lavori, l’ingegner Luciano Robino di Dueville, ha accertato difetti dovuti alla non conformità delle 79 lampade messe in opera. Ha quindi riscontrato un debito totale della ditta pari a 84 mila euro. Successivamente, il Responsabile unico del Procedimento del Comune ha stimato l’importo totale per porre rimedio al danno accertato: la cifra da rimborsare è salita fino a 172 mila euro. Il Comune, nel novembre scorso, ha diffidato formalmente l’impresa appaltatrice ad adempiere al pagamento di questa cifra entro 15 giorni dal ricevimento della lettera, a titolo di rimborso. La Vardanega però non ha versato quanto richiesto e la Giunta Poletto ha proposto ricorso per decreto ingiuntivo. Lo scorso 15 maggio il tribunale ha emesso il decreto, solamente però per gli 84mila euro, cifra che, come risulta dagli atti del Comune, consiste nel «credito certo risultante dal certificato di collaudo, sottoscritto dall’impresa stessa, e relativo alla difettosa fornitura e posa in opera dei 79 corpi illuminanti previsti in contratto». Il Comune, però, non si è fermato e ha deciso di attivare anche un procedimento per accertamento tecnico preventivo (Atp), «al fine di “fotografare” l’attuale stato dei luoghi e stimare i danni effettivamente subiti». Danni che per il momento quantifica nei complessivi 172 mila euro che l’Amministrazione dovrà pagare per la rimozione degli apparecchi difettosi e per la posa in opera di un nuovo impianto d’illuminazione. Ad oggi, le mura cittadine non sono illuminate, essendosi resa necessaria, per motivi di sicurezza pubblica, la sospensione dell’alimentazione elettrica dell’impianto. Sul caso, la Vardanega si era già espressa dichiarandosi «vittima» della situazione, affermando che le lampade le erano state consegnate da una ditta francese attraverso un fornitore vicentino. •

Enrico Saretta

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