<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Bassano

Unioni civili
Il sindaco non sa
come celebrarle

Un matrimonio civile in sala consiliare
Un matrimonio civile in sala consiliare
Un matrimonio civile in sala consiliare
Un matrimonio civile in sala consiliare

Unioni civili? Per ora, no grazie. A due mesi e mezzo dall’entrata in vigore della legge Cirinnà che riconosce diritti e doveri alle coppie di fatto, etero e omosessuali, il Bassanese risponde in maniera piuttosto tiepida. Poche richieste e il Comune che non è in grado di esaudirle.

«L’anagrafe – spiega il sindaco Riccardo Poletto – ha registrato finora una sola richiesta di celebrazione, fissata per ottobre e altre cinque persone che si sono presentate agli uffici comunali per chiedere informazioni». Una domanda formale, quindi, e cinque richieste ufficiose, tutte di coppie eterosessuali: anche per il Veneto cattolico è una media lontana dalle attese. Il problema vero, però, a legge ampiamente in vigore, in città è l’assenza di una disciplina applicativa del rito e di ciò che ne segue. A quanto riferisce Poletto, non è stato consegnato un manuale, un testo unico o una circolare che spieghi chi, come e quando deve celebrare l’unione civile.

«Non vogliamo certo ostacolare le coppie che desiderano ufficializzare la loro relazione – commenta il primo cittadino – e mai ci sogneremmo di mettere in atto forme di obiezione all’istituto come stanno facendo altri Comuni. Aggiungo che, personalmente, vedo con favore la presenza di una disciplina normativa in materia: legge significa Stato, diritti e protezione per chi non ne aveva. Certo che, se non ci dicono come fare…».

Per esempio, non si sa se la delega del sindaco a celebrare i matrimoni comprenda anche le unioni civili, come non si conosce la formula che il celebrante dovrà recitare per ufficializzare l’unione e nulla si sa rispetto all’uso della fascia tricolore.

«Siamo in attesa di un protocollo – prosegue Poletto – che faccia chiarezza. Per ora applichiamo per analogia, e provvisoriamente, le norme relative ai matrimoni, ma attendiamo ancora qualcosa di ufficiale. Da parte nostra, vorremmo rendere queste cerimonie simili a un matrimonio, consentendo che il rito si svolga nelle stesse sale, in orari simili e in forma ufficiale».

Niente limitazioni, quindi, come quelle decise dai Comuni che, ad esempio, celebrano le unioni solo in ufficio anagrafe.

«Altra nota dolente – aggiunge il sindaco - è l’assenza dei registri specifici, che dovrebbero arrivare dopo la metà di settembre, in tempo per la prima unione civile bassanese».

Quanto all’ipotesi di incentivare il “turismo matrimoniale” in città, il sindaco rimette la questione agli operatori del settore.

«Ogni anno ci sono sposi che arrivano anche dall’estero, attratti dalla bellezza delle nostre zone - dice - Ci fa piacere, ma la promozione deve essere globale e non settoriale».

Lorenzo Parolin

Suggerimenti