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Bassano

Sconfitta dal male
Il sorriso di Silvia
si spegne a 40 anni

Silvia Sgaggio, 40 anni, era una grande appassionata di equitazione
Silvia Sgaggio, 40 anni, era una grande appassionata di equitazione
Silvia Sgaggio, 40 anni, era una grande appassionata di equitazione
Silvia Sgaggio, 40 anni, era una grande appassionata di equitazione

BASSANO. «Silvia non c’è più, ma contro il male ha vinto lei. Grazie al suo coraggio e all’inesauribile sorriso che regalava tutti i giorni alle altre persone che stanno ancora combattendo questa dura battaglia, qualcuno ce la farà, e allora, insieme, avremo vinto due, dieci, cento volte».

Quando Andrea Pengo, 46 anni, contitolari della Pengo Spa, azienda di casalinghi bassanese da oltre 70 milioni di euro di fatturato, nota in tutta Europa, risponde al telefono, sono da poco passate le sette di sera.

È addolorato per la perdita della moglie, Silvia Sgaggio, 40 anni, originaria di Alte Ceccato, dove risiedono i famigliari, che però viveva a Bassano dal 2007, anno del loro matrimonio.

Silvia, anche lei imprenditrice nell’azienda di famiglia, che ha sede ad Altavilla, si è ammalata appena tre mesi dopo le nozze.

«Il male è partito dal seno, poi è arrivato in altre parti, e lo abbiamo sconfitto tante volte - racconta Andrea -. Silvia aveva una forza incredibile. Un esempio per tutti noi. Non si arrendeva mai. Affrontava le cure con coraggio, ne aveva talmente tanto che anche gli altri pazienti dell’ospedale di Santorso volevano starle vicino per assorbire da lei la positività e la gioia di vivere. Qualcuno la aspettava per fare la chemio. Volevano sedersi nella poltrona accanto alla sua, dicevano che con lei la cura era più lieve».

«Si metteva a chiacchierare allegra - continua - , soprattutto del nostro cane: un boxer incredibile che la accompagnava dappertutto, poi dei suoi cavalli, che ha montato fino a quando ne ha avuto la forza. Chi le stava accanto grazie alle sue storie allegre si sentiva meglio».

Silvia nei nove lunghi anni di malattia ha combattuto con tenacia, senza mai far mancare il suo sostegno a nessuno dei famigliari e dei tanti amici.

«Fino a quando ha potuto, è andata al lavoro - ricorda Andrea -. Si portava “Il Magico”, come chiamava il nostro cane, e appena poteva sellava la sua cavalla e faceva una passeggiata. Poi tornava a casa e mi preparava la cena. Abbiamo vissuto una vita felice, il male non è riuscito mai a portarci via la nostra quotidianità, lei non gliel’ha mai permesso. Credo sia per questo che alla fine sono stato forte anch’io. Poter accompagnare mia moglie in questi anni è stato un privilegio senza pari. Ho imparato qual è il vero valore della vita, per questo non finirò mai di amarla e ringraziarla».

Meno di una settimana fa Silvia è entrata per l’ennesima volta nel reparto di oncologia del Santorso, dal quale purtroppo non è più uscita. «Doveva fare delle terapie che avrebbero dovuta prepararla ad affrontare nuove cure - spiega Andrea -. In stanza con lei c’era un’altra paziente che sta cominciando ora la sua battaglia. Le dava dei consigli sul fatto dei capelli, le diceva che quando li avrebbe persi non doveva preoccuparsi degli sguardi strani della gente, o delle parrucche, o delle sopracciglia disegnate».

«Diceva che erano sciocchezze, di fregarsene - prosegue - Era fatta così, doveva stare vicina a tutti, anche quando stava davvero male le veniva spontaneo aiutare gli altri».

Poi la malattia si è aggravata.

«Se n’è andata in tre giorni - conclude Andrea -. Mi ha lasciato un insegnamento importante: il male non è nulla finché possiamo lottare, per questo non dobbiamo arrenderci mai. Io non lo farò, lei sarà sempre l’amore della mia vita. Ci terrei tanto ringraziare tutta l’equipe del reparto di oncologia dell’ospedale di Santorso che ci è stata vicina come una famiglia. Senza il sostegno dei medici la nostra battaglia sarebbe stata molto più difficile».

Silvia lascia il papà Alberto, mamma Nadia, e il fratello Simone.

I funerali si terranno domani alle 10 nella chiesa di Alte Ceccato a Montecchio Maggiore.

Francesca Cavedagna

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