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Rissa sventata in Prato
Identificati 80 giovani
Indagini anche a scuola

Una delle pattuglie dei carabinieri prontamente intervenute sabato sera in Prato Santa Caterina CECCONIl monumento ai Ragazzi del 99 nell’omonimo Parco
Una delle pattuglie dei carabinieri prontamente intervenute sabato sera in Prato Santa Caterina CECCONIl monumento ai Ragazzi del 99 nell’omonimo Parco
Una delle pattuglie dei carabinieri prontamente intervenute sabato sera in Prato Santa Caterina CECCONIl monumento ai Ragazzi del 99 nell’omonimo Parco
Una delle pattuglie dei carabinieri prontamente intervenute sabato sera in Prato Santa Caterina CECCONIl monumento ai Ragazzi del 99 nell’omonimo Parco

Sinora il prato Santa Caterina era conosciuto per l’intitolazione ai “ragazzi del ‘99”, mandati a morire nella Prima guerra mondiale. Pochi gli episodi di violenza che si ricordano. Certo, negli anni è capitato che gli studenti l’abbiano utilizzato come zona franca, dove saltare gli ultimi giorni di scuola e lasciarsi andare a qualche sbronza. Mai, però, era diventato un immenso ring senz’arbitri.

Quanto accaduto sabato pomeriggio, con oltre 300 giovanissimi che si sono ritrovati in prato per darsele di santa ragione, ha lasciato un’intera città senza parole. Un episodio simile era accaduto a Vicenza pochi mesi fa ed era stato parimenti sventato, ma sinora Bassano era rimasta immune da questi ritrovi, governati dall’unica legge della violenza. Per fortuna, l’intervento dei carabinieri è stato tempestivo, bloccando sul nascere ogni possibile disordine. I militi dell’Arma, prontamente accorsi sul posto con ben sette pattuglie, hanno messo immediatamente sotto controllo la situazione, con la collaborazione anche degli agenti del Commissariato e della Polizia locale. Alla fine nessuno si è fatto male.

I carabinieri hanno comunque portato in caserma ben 80 ragazzi, provvedendo ad identificarli. Nessuno di loro è bassanese: si tratta perlopiù di giovani provenienti da Cittadella, Castelfranco e Vicenza, che però frequentano le superiori a Bassano. Tra gli “spettatori”, tuttavia, i giovani bassanesi non mancavano. Il motivo del raduno destinato a finire, nei piani, in mega rissa? L’ipotesi più accreditata è che gli studenti si siano ritrovati per eleggere i leader delle bande a suon di schiaffi, calci e pugni. Dai social, però, ne è emersa ieri anche un’altra, e cioè che si trattasse di una questione di cuore, l’eterna contesa per una donna.

«L’episodio spinge a un’amara considerazione su questi ragazzi - afferma l’assessore alla sicurezza di Bassano, Angelo Vernillo - Davvero non avevano niente di meglio da fare? E dove sono i genitori, i parenti, i vicini di casa? Se avessero impiegato il loro tempo per andare a visitare la mostra di Robert Capa, forse potrebbero capire quanto fortunati sono a vivere un periodo di pace, o se avessero solo guardato ai ragazzi del ‘99 ricordati vicino al loro “ritrovo” avrebbero potuto forse capire che alla loro età solo cento anni fa si moriva per una guerra crudele. Queste non sono bravate, e come tale dobbiamo trattarle. Con fermezza e intelligenza, come ben hanno fatto le forze dell’ordine che grazie alla collaborazione esistente in città hanno reso questo ulteriore positivo servizio di sicurezza». L’assessore invita però a non generalizzare. «I giovani non sono tutti così - prosegue -. Qui siamo in presenza di aggregazioni trasversali, composte sia da ragazzi italiani che da extracomunitari, che si ritrovano per picchiarsi. Non credo si possa parlare di gang. Si tratta di raduni che le nuove tecnologie contribuiscono ad alimentare».

Sconcertato anche il preside del liceo Brocchi e dell’agrario Parolini Gianni Zen, che annuncia l’avvio di un’indagine informale all’interno degli istituti che dirige. «Non riesco a spiegarmi quanto accaduto - dichiara - Convocherò i rappresentanti d’istituto e chiederò loro se erano a conoscenza di questo raduno. Voglio capire se qualcuno dei miei studenti era coinvolto».

Enrico Saretta

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