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Ricattato per un “debito” Due finiscono in carcere Caccia aperta ai complici

La fuga di  un ricercato si è conclusa sui sentieri di Valle San FlorianoI carabinieri di Marostica, che hanno sventato l’estorsione, hanno organizzato posti di blocco
La fuga di un ricercato si è conclusa sui sentieri di Valle San FlorianoI carabinieri di Marostica, che hanno sventato l’estorsione, hanno organizzato posti di blocco
La fuga di  un ricercato si è conclusa sui sentieri di Valle San FlorianoI carabinieri di Marostica, che hanno sventato l’estorsione, hanno organizzato posti di blocco
La fuga di un ricercato si è conclusa sui sentieri di Valle San FlorianoI carabinieri di Marostica, che hanno sventato l’estorsione, hanno organizzato posti di blocco

Una caccia all’uomo durata per quasi 24 ore, conclusa con l’arresto di due persone accusate di tentata estorsione. Un’indagine ancora in corso, che potrebbe portare a nuovi sviluppi e procede nel massimo riserbo anche per tutelare la sicurezza delle vittime. L’ESTORSIONE. Tutto è iniziato lo scorso 13 marzo, quando L.T., imprenditore residente a Marostica, è stato bloccato davanti all’abitazione dei suoi genitori da tre uomini, tra cui Stefano Giuseppe Menini, 29 anni, milanese residente a Cologna Veneta (Verona), malvivente recidivo con alle spalle condanne per droga e ricettazione, soggetto considerato “non lontano dagli ambienti malavitosi”, e Guglielmo Branca, 41 anni, residente ad Arcole, sempre nel veronese. Il terzetto ha circondato l’imprenditore, chiedendogli di consegnargli 20 mila euro, quale restituzione di un debito. Ma la vittima spiegava che la responsabilità era di un suo creditore. Menini però sarebbe stato deciso a ottenere la somma a tutti i costi: «Dacci i soldi altrimenti ti uccido, ammazzo tuo figlio e incendio la casa dei tuoi genitori». Il marosticense avrebbe spiegato di non possedere quella cifra, specificando che il recente fallimento della sua ditta era stato causato da un credito che aveva nei confronti di O.C., suo cliente moroso. Quest’ultimo, anch’egli residente nel Bassanese, a quel punto è finito nel mirino dei presunti ricattatori che lo hanno condotto in un bosco, picchiato e minacciato di morte con una pistola. Gli indagati non hanno comunque smesso di tenere d’occhio nemmeno L.T., che hanno ricontattato nei giorni successivi, per chiedergli mille euro, necessari a compensare il loro “disturbo”. Il marosticense, era il 13 marzo, terrorizzato ha scelto di sporgere denuncia ai carabinieri. LA RETATA. Giovedì scorso i militari della stazione di Marostica, guidati dal luogotenente Alessandro Bortolon, hanno avviato le operazioni per far cadere in trappola la banda, in accordo con l’imprenditore, che aveva finto di accettare di consegnare una somma, 1000 euro, notevolmente più bassa dei 20 mila inizialmente richiesti. L’appuntamento con i veronesi era per le 21.30 davanti alla sua abitazione. I malviventi sono arrivati verso le 21.45, a bordo di due diverse auto: Menini ha raggiunto la vittima nel luogo prefissato, mentre Branca faceva da palo in una strada vicina. Proprio quest’ultimo, mentre stava per avvenire la consegna del denaro, si è accorto di essere osservato, costringendo i carabinieri ad entrare in azione per impedirgli di dare l’allarme al complice. L’uomo, bloccato dai militari, ha tentato più volte di impossessarsi della loro pistola di ordinanza, arrivando a prendere a calci e pugni un maresciallo. È stato ammanettato, ma è riuscito a urlare al complice di fuggire. Menini, quindi, è scappato prima verso il cimitero poi nella fitta boscaglia adiacente, facendo perdere ogni traccia. LA CACCIA. Le ricerche del fuggitivo sono partite immediatamente e sono continuate per tutta la notte. A mezzogiorno di venerdì alcuni residenti di Valle San Floriano hanno segnalato al 112 la presenza di uno sbandato che si aggirava per le vie della frazione, la cui descrizione corrispondeva all’identikit di Menini. La zona è stata raggiunta poco dopo da due pattuglie che hanno individuato il malvivente vicino alla chiesa. Ma il ricercato è fuggito di nuovo, facendo perdere le sue tracce, ancora una volta con la complicità dei boschi delle colline. Ma è stata solo questione di ore: verso le 17.30, sfinito dalla fuga disperata, Menini ha fermato un escursionista impegnato in una passeggiata lungo i sentieri di valle San Floriano, chiedendogli di chiamare il 118, per avere cure mediche. L’escursionista invece ha telefonato al 112 e i carabinieri, arrivati in pochi minuti, sono riusciti a catturarlo. LE ACCUSE. Guglielmo Branca è stato arrestato in flagranza di reato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, e tentata estorsione in concorso con Stefano Giuseppe Menini (difeso dall’avv. Agron Xhanaj), che è stato accompagnato in carcere a Vicenza. Il fermo di Menini, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, è stato convalidato e il gip ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare. Le indagini dei carabinieri continuano per identificare i complici e delineare le responsabilità nel ricatto. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesca Cavedagna

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