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Ponte, scontro totale E anche Nardini “stoppa” Vardanega

Il ponte degli Alpini come si presenta oggi, con le ture e i lavori interrotti per la “finestra” primaverile
Il ponte degli Alpini come si presenta oggi, con le ture e i lavori interrotti per la “finestra” primaverile
Il ponte degli Alpini come si presenta oggi, con le ture e i lavori interrotti per la “finestra” primaverile
Il ponte degli Alpini come si presenta oggi, con le ture e i lavori interrotti per la “finestra” primaverile

È uno scontro all’ultimo sangue quello in corso tra Amministrazione e Vardanega, sul quale si gioca il futuro del Ponte degli Alpini. In questi giorni, le due parti si sono scambiate un carteggio furioso fatto di contestazioni e giustificazioni, con il Comune che chiede conto dei lavori non eseguiti sinora e l’impresa che lamenta di non essere stata messa nelle condizioni giuste per svolgerli. Tutti questi atti si inseriscono nel solco del procedimento avviato ancora un anno fa contro la Vardanega. La prima lettera formale è infatti del maggio 2017. A questa, ora ne sono state fatte seguire altre per “Provvedimenti ulteriori”. In poche parole, al di là del burocratese, il Comune aveva già messo in mora la Vardanega chiedendo chiarimenti e riservandosi, se non fossero arrivati, la possibilità di rescindere il contratto. Le nuove carte aggiungono ulteriori elementi e contestano mancate risposte: per questo la Direzione lavori sta analizzando tutti gli atti e poi deciderà se chiudere i rapporti una volta per tutte. IL CARTEGGIO. Il 30 marzo scorso la direttrice dei lavori, l’architetto Viviana Bonato, ha spedito all’azienda una missiva con ulteriori contestazioni. Tra le principali, la mancanza di documentazione su come l’azienda intenda sostenere il ponte, se con la famigerata trave Bailey o esclusivamente con i puntellamenti dal basso, come fatto finora. Sul tema lo stesso Vardanega ha cambiato più volte opinione. Il problema, sottolinea il Comune, è che l’impresa ha studiato l’inserimento della trave di fondazione ipotizzando di utilizzare la puntellazione dal basso già realizzata, senza però «ad oggi aver richiesto il subappalto» per la realizzazione della stessa trave. Ciò significherebbe che l’impresa ha realizzato (e disfatto) più volte le ture senza avere svolto le necessarie attività preliminari per il consolidamento delle due stilate sul lato Bassano. «Sorprende inoltre che dopo 12 mesi dalla consegna dei lavori - continua l’architetto Bonato - periodo caratterizzato da continui cambi di programma da parte della ditta, la stessa sia in grado di fornire solo una “bozza” del programma esecutivo dettagliato e solo fino al mese di settembre 2018, dimostrando ancora una volta di non dare risposte adeguate alla complessità del lavoro». I SOLDI. Si è appreso ieri che la ditta, che ha già ricevuto un sostenzioso anticipo, avrebbe chiesto il pagamento di uno stato di avanzamento lavori, per altri 600mila euro: il Comune ha risposto picche. Altro punto cruciale l’avvalimento con il Consorzio Stabile Alma di Aversa: il Comune ritiene insufficiente la documentazione atta a certificare la regolarità fiscale dell’azienda casertana. Si tratta del consorzio grazie al quale la Vardanega è riuscita ad ottenere la categoria che le mancava per svolgere il restauro. «Nessun adeguato riscontro ad oggi è pervenuto in merito alla situazione, più volte evidenziata, di irregolarità contributiva dell’ausiliario consorzio Alma - scrive l’architetto Bonato - nonché in merito alla latitanza, tuttora perdurante, del direttore tecnico messo a disposizione dello stesso Consorzio». Nella sua risposta alle contestazioni, la Vardanega ha ora allegato della documentazione relativa al Consorzio, che sarà analizzata dal Comune. IL LEGNO. Infine, anche il legno ordinato dall’azienda per sostituire quello usurato del monumento è stato contestato dal Comune. Per il restauro dei ponti, servirebbe legno stagionato per anni, a differenza di quello che Vardanega afferma di aver reperito. IL CASO NARDINI. È uno dei nodi della questione. Vardanega afferma che il cronoprogramma dei lavori non si può aggiornare fino a quando non sarà accertato se le strutture murarie che sostengono i fabbricati Nardini sulla spalla sinistra siano in grado di sopportare gli interventi previsti. Ieri è spuntato un nuovo retroscena: Vardanega ha chiesto autonomamente alla Nardini di accedere ai locali per effettuare un sopralluogo sui fabbricati, ma la ditta ha risposto seccamente di no. Due le motivazioni: non sussiste alcun rapporto diretto tra i distillatori e l’impresa di Possagno, invitata a rivolgersi al Comune e, inoltre, la convenzione prevederebbe l’accesso soltanto in determinati periodi dell’anno: fine autunno e inverno. LA LITE. Vardanega promette battaglia. «L’ipotetica e non auspicabile risoluzione del contratto - scrive - non sarà assolutamente accettata da questa impresa, che si rivolgerà ad ogni sede competente per il riconoscimento delle proprie ragioni». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Saretta

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