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Polo Santa Chiara Un “ultimatum” alla Vardanega

Il cantiere del futuro polo museale Santa Chiara. CECCON
Il cantiere del futuro polo museale Santa Chiara. CECCON
Il cantiere del futuro polo museale Santa Chiara. CECCON
Il cantiere del futuro polo museale Santa Chiara. CECCON

«Pochi operai al lavoro rispetto alle esigenze di un cantiere già in forte ritardo sui tempi». Sono scattate nuove contestazioni nei confronti della Vardanega per i lavori del Polo museale Santa Chiara. E questa volta il Comune, accusato dall’impresa di incapacità e di scarsa presenza per quanto riguarda il Ponte, non c’entra proprio: la Direzione lavori del Santa Chiara è infatti esterna, affidata a un qualificatissimo studio di professionisti torinesi per nulla intenzionato a farsi intimidire da fuochi di sbarramento. Che ha ricalcolato le necessità di personale, annunciato un aumento dei controlli e specificato che se la ditta non rientrerà nei ranghi sarà chiamata a risponderne attraverso le penali previste dal contratto. Insomma, se il cantiere del Ponte degli Alpini ha visto la Vardanega difendersi contestando su tutta la linea il progetto, la disponibilità delle aree e gli interlocutori, stavolta la stessa azienda dovrà giustificare le proprie presunte inadempienze allo studio Pession Associato di Torino. Nelle settimane scorse, il Comune aveva risposto picche alla richiesta del pagamento del primo Stato di avanzamento lavori per il museo perché prima di ottenere i soldi l’impresa doveva riferire alla Direzione lavori su come intendesse recuperare i ritardi accumulati. La Vardanega ha quindi presentato un nuovo cronoprogramma, promettendo specificamente, tra l’altro, un aumento del personale all’opera. La Direzione lavori ha risposto sciorinando cifre e calcando in neretto che «tiene a sottolineare e precisare» che da questo mese la presenza minima di personale in cantiere non dovrà essere inferiore alle 35 unità a partire dal mese di maggio fino a ottobre. E che da novembre la presenza dovrà essere ulteriormente aumentata, pena il non rispetto dei tempi previsti e quindi l’applicazione delle penali. L’obiettivo è rispettare la scadenza del 9 gennaio 2019 per la fine dei lavori. Per sincerarsi della situazione, dopo aver inviato la missiva ufficiale gli esperti torinesi sono giunti a Bassano per un controllo di persona. L’esito? «Il cantiere è in ritardo - afferma al Giornale di Vicenza l’architetto Andrea Serra, dello studio Pession - C’erano solo sette operai, quando ne servono almeno 35 al giorno, da novembre addirittura una cinquantina. È assolutamente necessario che la ditta incrementi la presenza di personale. Altrimenti così non funziona e non potrà mai concludere i lavori in tempo». L’unica soluzione, secondo lo studio Pession, è tenere la Vardanega con il fiato sul collo. «Intendiamo potenziare la nostra presenza sul posto - continua Serra - avvalendoci del supporto degli studi con i quali collaboriamo. La nostra attenzione sarà costante». È prevista a breve la posa dei prefabbricati e la sistemazione dei solai. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Saretta

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