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Bassano

Più forte del male
Raffaella, mamma
per la terza volta

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Raffaella Zilio con in braccio la piccola, che ora ha 4 anni
Raffaella Zilio con in braccio la piccola, che ora ha 4 anni
Raffaella Zilio con in braccio la piccola, che ora ha 4 anni
Raffaella Zilio con in braccio la piccola, che ora ha 4 anni

BASSANO. Mamma a sorpresa per la terza volta, con gioia, a dispetto di una malattia che sembrava averle precluso la possibilità di avere ancora figli. Lei è Raffaella Zilio, classe 1974, estetista prima e mamma a tempo pieno adesso. A 34 anni, con due splendide bambine da seguire, le diagnosticano un tumore al seno. Comincia un lungo calvario fatto di mastectomia, chemioterapia, pastiglie da assumere costantemente per cinque lunghi anni. Finita la cura, la ginecologa le spiega che una delle ovaie non c’è più e che l’altra si è atrofizzata: si presenterà il ciclo per un’ultima volta e deve farsene una ragione, anche se è ancora troppo giovane per pensare alla menopausa. È quello che succede, infatti. 

 

Dopo qualche mese, però, Raffaella viene colta da una stressante stanchezza, da una crescente debolezza e da nausee continue. Il medico di base le ordina medicine, ma i malesseri non passano Il medico le ordina una Tac. «Sono sul lettino - racconta - e, appena avviato l’esame della pancia, il tecnico mi chiede se sia stata operata all'addome. Rispondo di no e lui esce e torna poco dopo con un medico. Che controlla l’esame e in un attimo esclama: “Ma lo sa che è incinta di sette mesi?”. Non lo sapevo e svengo. Quando mi riprendo, il medico mi spiega che si vede distintamente il corpicino, che si tratta di una bambina, che pesa più di un chilo e che sembra non presentare anomalie fisiche». E così nasce una splendida bimba, che ora ha 4 anni.

 

Per Raffaella, però, il momento di spensieratezza è breve, perché di lì a poco avverte dei cedimenti alle gambe. Gli esami, purtroppo, le parlano di un tumore al cervello. C’è quel centimetro e mezzo di materia da togliere e l’operazione viene effettuata all’ospedale di Vicenza. «Al risveglio - continua la donna - non flettevo più un piede. Son dovuta tornare e casa in carrozzina. Ho fatto tanta terapia e così sono tornata a camminare normalmente». Dopo un po’ nuova ricaduta e allora via con la radioterapia che la riduce a pezzi. Ma lei non si lascia andare a piagnistei. Si fa forza e torna a vivere più forte di prima. «Ho voluto raccontare il mio caso per essere di conforto a chi soffre».

Gianni Celi

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