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Nuove assunzioni e l’Ulss 7 ora conta otto medici in più

L’ospedale San Bassiano: nessun esodo, assicura la dirigenzaIl dg dell’Ulss 7, Giorgio Roberti
L’ospedale San Bassiano: nessun esodo, assicura la dirigenzaIl dg dell’Ulss 7, Giorgio Roberti
L’ospedale San Bassiano: nessun esodo, assicura la dirigenzaIl dg dell’Ulss 7, Giorgio Roberti
L’ospedale San Bassiano: nessun esodo, assicura la dirigenzaIl dg dell’Ulss 7, Giorgio Roberti

Saldo positivo all’Ulss tra medici in uscita e nuovi ingressi in organico. In un periodo in cui, in tutta Italia, si temono fughe dal pubblico al privato, l’area pedemontana bassanese-scledense va in controtendenza e sono 574 (contro i 566 del 2016) gli specialisti in forza all’Ulss 7. Numeri, questi, raggiunti grazie alle autorizzazioni regionali all’assunzione che l’azienda sanitaria ha ricevuto nei mesi scorsi. «Dai dati in nostro possesso – commenta il direttore generale dell’azienda sanitaria Giorgio Alberti - non si rileva l’esistenza di un trasferimento massiccio di medici dal settore pubblico a quello privato. I numeri, anzi, confermano che, al contrario, sono stati assunti più medici rispetto a quelli che hanno concluso il loro rapporto di lavoro con la nostra azienda». Questo, in linea anche con la riscoperta del settore pubblico da parte dei pazienti. «Anche le ultime indagini confermano che i cittadini vogliono curarsi nel pubblico – aggiunge Roberti -. Si fidano e perché sono consapevoli della qualità delle prestazioni erogate dai nostri centri di cura e della professionalità degli operatori». Alla fine del 2016 i medici in servizio nell’Ulss Pedemontana erano 566; tra gennaio 2017 e marzo 2018 i professionisti che hanno cessato il servizio sono stati 73 e, nello stesso periodo, gli assunti sono stati 81. Il risultato è che, alla fine dello scorso marzo, i medici in servizio erano 574, con un saldo positivo di otto unità. Ciò non significa, fanno sapere i vertici dell’azienda, che non esistano difficoltà di reclutamento, vuoi per una carenza generalizzata di specialisti, vuoi per situazioni di difficoltà logistica, come accade nelle zone di montagna che coprono buona parte del territorio dell’Ulss 7. «Complessivamente – riprende il direttore generale – la nostra azienda sanitaria cresce e il timore di un esodo a conti fatti è infondato». Quanto alle ragioni che hanno portato alla cessazione del rapporto di lavoro, tra gennaio 2017 e marzo 2018 i pensionamenti sono stati 20; 29 medici hanno rassegnato le dimissioni volontarie, 20 hanno ottenuto la mobilità per altri enti. Per tre medici, è scaduto il contratto a tempo determinato e un dottore è deceduto durante il servizio. Tra i medici che hanno cessato il servizio all’Ulss 7 nel periodo preso in considerazione, otto erano primari: cinque di loro hanno chiuso il rapporto per pensionamento, due hanno vinto un concorso pubblico in altra azienda sanitaria e uno si è dimesso. «Quattro nuovi primari sono già stati nominati – chiude il direttore generale - un concorso si è appena svolto e siamo in attesa della nomina del vincitore e, per altre tre posizioni, sono state avviate le procedure per la copertura dei relativi posti». •

Lorenzo Parolin

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