<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Negozi, valzer triste Troppe luci spente nelle vie del centro

Uno dei negozi chiusi in via Vittorelli, la più “sfitta“ in centro   CECCON
Uno dei negozi chiusi in via Vittorelli, la più “sfitta“ in centro CECCON
Uno dei negozi chiusi in via Vittorelli, la più “sfitta“ in centro   CECCON
Uno dei negozi chiusi in via Vittorelli, la più “sfitta“ in centro CECCON

Troppe luci rischiano di abbagliare. Per tradizione, il Natale è il periodo nel quale si cerca di accantonare per qualche settimana i problemi che inquietano il resto dell’anno. Problemi che però rimangono, e proprio il boom di vitalità del centro storico di questi giorni permette di fare il punto sulla realtà che si nasconde dietro le luminarie natalizie. Ai colori dei mercatini, infatti, fa da contraltare il buio delle vetrine sfitte. Ancora troppe le serrande abbassate, in un centro che da tempo fa i conti con le difficoltà del commercio al dettaglio, tra mille polemiche e con la concorrenza dei vicini centri commerciali, pronti a spuntare ancora come funghi. Basta fare un giro per le piazze e i vicoli per capire come le vetrine sfitte si susseguano, spesso senza un necessario ricambio. Un caso su tutti: via Vittorelli. Qui, lungo poche decine di metri, sono ben quattro le vetrine sfitte, in larga parte ex negozi di abbigliamento. E il nuovo negozio per la vendita di canapa non è riuscito a riempire il vuoto. Anche in via Jacopo Da Ponte non mancano le serrande abbassate, come quella del negozio di ottica, e lo stesso vale per via Matteotti, viale dei Martiri e vicolo Bonamigo, strade non immuni dalle chiusura, con una vetrina abbassata per ciascuna. Il presidente dei commercianti di Bassano Alberto Borriero è ben consapevole della situazione: «Il centro storico negli ultimi anni ha subito una radicale trasformazione, che però non è stata accompagnata da un’adeguata pianificazione commerciale - afferma -. Per questo da una parte possiamo trovare strade che hanno avuto una crescita, come via Bricito, e dall’altra aree che faticano ancora a risorgere, come via Vittorelli. Questa è una via centralissima, nuova, ma che soffre della presenza del comando dei vigili al centro, cosa che quindi crea una spaccatura tra la parte est e quella ovest. Ciò si riflette sulla frequentazione e sugli acquisti». Se a questo si somma il caro degli affitti, si comprende come fare impresa al giorno d’oggi in centro storico sia una vera e propria sfida. Scendendo verso il Ponte degli Alpini, resistono le vie della movida, come via Gamba. Ma questo perché sono in larga parte costellate di bar, per i quali e più facile il ricambio. Anche se non è tutto oro quello che luccica, come ricorda Nico Cattarin, commerciante storico del centro e consigliere della Confcommercio: «Pure tra gli addetti ai lavori serpeggia l’idea che mantenere un bar sia più facile - afferma -. In realtà, con un centro storico con circa 100 locali la concorrenza è alle stelle». Persino le vie più blasonate della città fanno i conti con le difficoltà del momento storico. In via Roma, ha fatto scalpore la chiusura di uno dei negozi storici di abbigliamento della città, quello di Eraldo Soldà. «Gli affitti dei negozi sono troppo alti - riferisce il titolare - e non si riesce più a stare dentro a determinati margini. Inoltre, la concorrenza è spietata, e il piccolo negozio non viene più apprezzato come un tempo». De profundis, infine, per l'Upim di piazzotto Montevecchio: presente da decenni in città, si appresta ad abbassare per sempre le serrande a fine gennaio. •

Enrico Saretta

Suggerimenti