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Miracolo in sala parto Pacemaker d’urgenza salva madre e bambino

Iniziano le doglie, sta per partorire, ma il suo cuore si ammala e i battiti rallentano. I medici comprendono subito la gravità della situazione e decidono: le impiantano un pacemaker, salvano la donna e fanno nascere il bambino. Un miracolo in sala parto, quello di Katia Zanandrea, 41 anni, di Mussolente, e del suo piccolo Alessandro. La donna ha subito un improvviso blocco atrioventricolare completo, con il cuore che ha rallentato la frequenza sotto i 30 battiti al minuto. Il problema cardiaco è insorto ben dopo l’avvio delle contrazioni, quando la donna si era rivolta al pronto soccorso di Cittadella. Attimi decisivi: cardiologi, ginecologi, anestesisti e radiologi si confrontano e decidono che la cosa migliore e più sicura è applicare un pacemaker definitivo alla mamma. Il blocco atrioventricolare completo improvviso è un’emergenza per chiunque perché il cuore si può fermare o può comparire una fibrillazione ventricolare. Ancora di più lo è in questo caso: il rischio è doppio, non solo per la donna ma anche per il bambino. L’intervento, coordinato dal dottor Roberto Verlato, direttore dell’Unità operativa complessa di Cardiologia dell’Alta Padovana, e dal dottor Roberto Rulli, direttore dell’Unità operativa complessa di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Cittadella, si è tenuto in sala di Emodinamica: attorno al tavolo operatorio sono intervenuti nove professionisti tra medici, infermieri di Cardiologia, Ginecologia e Anestesia, Pediatria e personale di Radiologia. Fuori dalla sala operatoria due colleghi dell’Emodinamica, pronti a accorrere in caso di arresto cardiaco. L’èquipe ostetrico-ginecologica ha monitorato il bambino, pronta a farlo nascere subito in caso di segni di sofferenza e di rallentamento del battito del suo cuore. Alla donna è stato applicato un pacemaker bicamerale che ha consentito al suo cuore di riprendere un battito cardiaco fisiologico. Durante e dopo l’intervento non è comparso nessun segno di sofferenza fetale. E così, 12 ore più tardi, Katia con taglio cesareo ha dato alla luce Alessandro, un bambino sanissimo. Per la gioia anche di papà Andrea Costa e del fratellino Gabriel. «Sapienza medica, velocità decisionale, appropriatezza: è questa la sanità che ci piace e che perseguiamo», il commento del direttore generale dell'Ulss 6 Euganea Domenico Scibetta. «La situazione era estremamente pericolosa", aggiunge Verlato. Dopo aver discusso con i colleghi di Padova, i clinici cittadellesi hanno concluso che la cosa più sicura era proteggere la mamma con un pacemaker. «L’intervento in queste condizioni, con l’utero che solleva completamente il diaframma e con il ritmo cardiaco completamente instabile, è stato molto difficile. Fortunatamente intorno a me tutti erano tranquilli e mamma Katia aveva una grande fiducia in quello che stavamo facendo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvia Bergamin

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