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La chirurgia nel futuro con la sala operatoria super tecnologica

Una sala operatoria multimediale grazie alla quale sarà possibile interagire con le apparecchiature più sofisticate, coordinare i dispositivi in azione, rendere più precisi gli interventi di microchirurgia in numerosissime specialità, chiedere consulti in tempo reale, scambiare informazioni e guidare meglio i macchinari sempre più sofisticati, come il robot “Da Vinci” di cui il San Bassiano è dotato dell’ultima, evolutissima versione. Il futuro è sempre più di casa all’ospedale di Bassano, che ieri ha inaugurato l’importante struttura realizzata grazie al contributo (411mila euro) di Elios, onlus che riunisce un gruppo di amici imprenditori. Benedetta dal protovicario apostolico monsignor Liberio Andreatta, la sala è stata intitolata a Ercole Costa, già sindaco di San Nazario ma soprattutto presidente delle vecchia azienda ospedaliera locale che iniziò a costruire il San Bassiano. «Un grande uomo che è stato anche maestro di scuola di generazioni», ha ricordato Renato Campana, presidente di Elios. A sancire l’importanza del momento, che suona anche di conforto al futuro del’Ulss Pedemontana, la presenza del presidente della Regione Luca Zaia, che accolto dal commissario Bortolo Simoni e scortato dai dottori Antonio Celia e Antonio Di Caprio ha indossato camice, cuffia e mascherina sterile ed è entrato a tu per tu con i sofisticati macchinari delle sale operatorie. Per poi lodare la onlus e lanciarle una sfida: «Alla prossima vostra iniziativa la Regione raddoppierà l’offerta versando la stessa somma che voi riuscirete a raccogliere». Il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 7, Rpbertino Cappozzo, ha chiesto al governatore «risorse umane» oltre a macchinari. E davanti a una platea di autorità, Zaia ha difeso il valore della sanità veneta e bassanese: «Lo dicono tutti i parametri nazionali, e non deve passare l’idea che la Regione sia squattrinata. Siamo gli unici ad avere 9 robot di ultima generazione per la chirurgia, uno per Ulss. Oggi i nostri 68 ospedali devono avere un futuro di iperspecializzazione e non essere tutti generalisti: ma il cambiamento di organizzazione non comporterà certo il peggioramento dei servizi. E se incappate in un disguido o una risposta scortese, non dite che la politica non si occupa dei malati e sappiate che medici e infermieri veneti non sono questi. Diciamolo forte, in un momento in cui va di moda prendersela con loro e una causa non si nega a nessuno». Poi la bordata contro «certi amministratori pantaloni e lazzaroni che dicono che non assumiamo gente, sapendo che non è colpa nostra. Sui numeri della professione medica sono state fatte previsioni sbagliate, è stato messo il numero chiuso nelle università, esistono test scandalosi per l’inutilità delle domande e leggi che ostacolano l’accesso alla professione dei giovani negli ospedali: il Governo deve avere il coraggio di cambiarle». A qualcuno, sull’Altopiano che protesta, devono essere fischiate le orecchie. «L’ospedale di Asiago non è in pericolo», ha assicurato poi Zaia. E l’Ulss 7? «Abbiamo investito e investiremo ancora. E’ stata una scelta oculata e meditata. Mai rilassarsi, però: siamo tenuti anche a guardare i numeri. E quindi vi dico: se andate sotto gli standard del Veneto, siete morti». •

Alessandro Comin

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