<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Bassano

Intorno alla scritta sul muro del liceo
fiorisce la solidarietà degli studenti

.
La scritta e i biglietti di risposta affissi dagli studenti. FOTO CECCON
La scritta e i biglietti di risposta affissi dagli studenti. FOTO CECCON
Bassano, la scritta e i biglietti sul muro del liceo Brocchi (CECCON)

BASSANO. Le tecnologie sono strumenti, non fini, mentre il cuore della scuola sono le persone. Studente lancia un grido d'aiuto con una scritta sul muro e i suoi compagni riempiono la parete di bigliettini per invitarlo a confidarsi. Lo stesso preside non annuncia provvedimenti disciplinari, ma assicura che la sua porta sarà sempre aperta. È accaduto al liceo Brocchi, dove mercoledì mattina il dirigente Gianni Zen si è trovato di fronte, sul muro della palazzina Chiocciola in viale XI febbraio, una scritta a caratteri cubitali, in inglese: «There's nowhere for me to be» («Non c'è nessun posto per me»).

 

Un messaggio di isolamento, in un'istituzione come la scuola dove può sembrare che vengano prima i risultati delle persone. Gli studenti non hanno lasciato cadere l'appello nel vuoto, ma hanno risposto affiggendo messaggi intorno alla scritta: «Se hai bisogno, noi ci siamo», «All you need is love» e così via. E il preside ha preparato un cartello: «Vieni, la porta è aperta, non serve neppure bussare». Poi ha spedito a tutti i docenti una sua riflessione sull'impegno a trasformare la scuola da luogo dove, evidentemente, non tutti gli studenti si sentono a casa a sede di apertura al confronto e, soprattutto, di ascolto.

 

«Parlando con alcuni ragazzi, abbiamo convenuto che non è una scritta banale ma che pone degli interrogativi - afferma Zen -. Credo sia giusto prenderla sul serio, provando a trovare assieme una risposta. La scuola, come ripeto spesso, è la casa di tutti, nel senso che tutti, i ragazzi, ma anche i docenti e il personale, devono considerarla come un ambiente aperto, accogliente, capace di suscitare domande e risposte».Certo, «ambiente aperto» non significa che siano autorizzati vandalismi. «Proprio perché la scuola è "la casa di tutti" non è corretto e simpatico sporcare i muri - prosegue Zen -. Spero che ciò non si ripeta più. Credo però che sia anche giusto capire le ragioni di un gesto simile. Per questo non ho intenzione di prendere provvedimenti. Lascerò quella scritta per due settimane, in modo che gli insegnanti abbiano modo di parlarne con gli studenti. Chiunque inoltre se ha problemi può venire a parlare con me. E mi auguro che l'autore si apra, naturalmente, al "per noi". Scopra cioè il "noi", come contesto umano e culturale».

Insomma, per dirla con i Talking Heads, da una scuola dove «Non c'è nessun posto per me» a «This must be the place» («Questo dev'essere il posto»). 

Enrico Saretta

Suggerimenti