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In città solo un albero ogni nove abitanti 500 sono in sofferenza

Stefano Farronato al lavoro sugli alberi della cittàI tigli di viale delle Fosse, biglietto da visita di Bassano  FOTO CECCON
Stefano Farronato al lavoro sugli alberi della cittàI tigli di viale delle Fosse, biglietto da visita di Bassano FOTO CECCON
Stefano Farronato al lavoro sugli alberi della cittàI tigli di viale delle Fosse, biglietto da visita di Bassano  FOTO CECCON
Stefano Farronato al lavoro sugli alberi della cittàI tigli di viale delle Fosse, biglietto da visita di Bassano FOTO CECCON

Il lato verde di Bassano è un altro mondo popolato di cinquemila alberi, esemplari delle essenze più disparate che sorgono lungo i viali, nei parchi pubblici, nei parcheggi. NUMERI. Ippocastani, tigli, cipressi, platani, aceri: sono loro i compagni delle giornate dei bassanesi. Compagni un po’ radi, per la verità: ogni cento abitanti a Bassano ci sono solo 11 alberi, cioè in pratica un albero ogni nove abitanti. Poco, se si considera che Modena ha 108 alberi ogni 100 abitanti e Vicenza ne ha 22. Sono loro, gli alberi, la vera e propria memoria di una città in perenne trasformazione. Una trasformazione che però, nel corso dei decenni, non li ha particolarmente tutelati, tanto che oggi, secondo gli esperti, il dieci per cento di loro, quindi circa 500, è in condizioni di sofferenza. Malattie di vario genere, radici soffocate dai marciapiedi, inquinamento eccessivo: sono queste le problematiche principali che ne mettono a repentaglio le condizioni di salute. SOCCORSO. Ora l’Amministrazione ha affidato alla sua società partecipata Sis un piano di riqualificazione complessivo delle alberature cittadine, che si gioverà di una mappatura di tutte le piante presenti in citta: una sorta di censimento, che indica le condizioni di salute di ciascuna pianta. Non appena la mappatura sarà ultimata, partiranno gli interventi. Ne sono già stati preventivati diversi, per le situazioni più critiche. Nella zona della Santissima Trinità saranno svolte indagini sugli ippocastani. Alcuni saranno soltanto potati mentre quelli nelle condizioni di salute peggiore saranno sostituiti. In viale De Gasperi, trafficatissima strada della città, saranno invece potati gli olmi e i tigli. Buone notizie per quanto riguarda strada Santa Croce: qui verranno piantumati dei nuovi cipressi, mentre in via Colombare, nei pressi della scuola Bellavitis, saranno potati i tigli e le altre essenze. Altre potature sono previste nei quartieri Borgo Zucco e San Fortunato. Proseguirà anche l’operazione di potenziamento dei platani di viale Scalabrini, che negli ultimi anni hanno dovuto affrontare l’importante intervento di riqualificazione dell’area. Su suggerimento dell’agronomo Stefano Farronato, i platani vengono nutriti con dei funghi, delle micorrize che si sciolgono nell’acqua. IN GABBIA. Farronato ha lavorato pure in altre aree della città, per cui è ben consapevole della situazione del verde pubblico locale. «Il problema di Bassano è che l’urbanizzazione è cambiata molto velocemente negli ultimi vent’anni - spiega -. Alberi che hanno più di 40 anni sono rimasti quindi ingabbiati nelle nuove “maglie” dell’edilizia, e di conseguenza sono andati in sofferenza. Oltre ai platani di viale Scalabrini, le situazioni più problematiche riguardano i pini marittimi di quartiere Firenze». Gli alberi, infatti, vanno in conflitto con ciò che sta loro attorno. Da qui la grande difficoltà a far convergere le esigenze delle piante con quelle dei marciapiedi e quindi dei pedoni. C’è poi tutta la questione relativa all’inquinamento e alle malattie. Ci sono alberi che resistono meglio allo smog, come i tigli (piantati sia in viale Delle Fosse sia in viale De Gasperi) e altri che invece lo soffrono in misura maggiore. Come ci sono anche piante più soggette ad ammalarsi, vedi l’ippocastano che d’estate viene colpito sovente dalla cameraria, un lepidottero. FUTURO. L’invito che l’agronomo fa all’Amministrazione è quindi di badare molto bene alle nuove essenze che piantumerà in futuro. «Serve una visione strategica - afferma Farronato - perché altrimenti il rischio è di piantare alberi sbagliati. Ad esempio, le piante che resistono meglio all’inquinamento sono le querce, anche se le loro dimensioni possono ovviamente creare altri problemi di convivenza. Bisognerebbe quindi eseguire mappature ben precise e per ciascuna zona della città valutare per bene quali siano gli alberi più adatti». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Saretta

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