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«Il Castello libero da auto è tornato luogo di tutti Tocca alla città viverlo»

Auto all’interno della cinta in una foto di repertorio CECCONCosì Cesare Gerolimetto ha immortalato il Castello liberato dai parcheggi ma con i cavi aerei
Auto all’interno della cinta in una foto di repertorio CECCONCosì Cesare Gerolimetto ha immortalato il Castello liberato dai parcheggi ma con i cavi aerei
Auto all’interno della cinta in una foto di repertorio CECCONCosì Cesare Gerolimetto ha immortalato il Castello liberato dai parcheggi ma con i cavi aerei
Auto all’interno della cinta in una foto di repertorio CECCONCosì Cesare Gerolimetto ha immortalato il Castello liberato dai parcheggi ma con i cavi aerei

«Giù le mani dal luogo in cui la città ha preso vita». L’associazione ambientalista Italia Nostra riapre il dibattito su piazza Castello, spezzando una lancia a favore dell’amministrazione comunale. Una presa di posizione, legata a motivi storici, espressa in un documento che non farà piacere a commercianti e residenti che hanno protestato dopo che all’inizio del mese il governo cittadino ha detto “basta” alle auto, trasferendo i posti riservati in Terraglio e in via Martiri. Secondo Mario Baruchello e Carmine Abate, referenti cittadini di Italia Nostra, sullo sgombero della piazza non bisogna tornare indietro. Anzi, occorre procedere a passo spedito con la riqualificazione dell’area «restituita a tutti», riempiendola di vita. Una visione, questa, condivisa dal fotografo Cesare Gerolimetto per il quale «ora bisognerà fare un altro piccolissimo sforzo togliendo quei fili elettrici così antiestetici che corrono da decenni sopra le teste dei visitatori». Ecco il testo della presa di posizione di Italia Nostra: «Sembra ieri, molti di noi erano giovani ed altri non erano ancora nati. Ma nell'estate del 1998 un gruppo agguerrito di volontari e di associazioni ha ridato alla città il suo luogo d'origine: il castello con la sua doppia cinta muraria e le sue sei torri, costruito più di otto secoli fa, è stato poi visitato negli anni successivi da oltre 15.000 persone. Il progetto della "Cittadella della Cultura" promosso da Italia Nostra e Bassano Città Murata nell'aprile del 1999, oltre alla mostra permanente delle Città murate e centri fortificati del Veneto, alle ricostruzioni di macchine medievali d'assedio, agli spettacoli e feste medievali annuali, ai mercati dedicati e dell'antiquariato, alle mostre temporanee a tema, alla sede dell'archivio di stato e della biblioteca civica antica, prevedeva per il cortile del castello una semplice "area di rispetto". Se dovessimo paragonare l'intera costruzione castellana e delle sue mura a uno spartito musicale (...forse quello di "Oberto conte di San Bonifacio"?), il cortile del castello non possiamo che ritenerlo una “pausa”. Un segno sulla partitura che rappresenta un momento di silenzio, con una serie di altri segni a indicare la durata dello stesso e dei suoni vicini. Suoni che sono e rimangono unici nel panorama e nel paesaggio circostante. E’ proprio vero, Bassano è una città unica e bastano pochi passi sul selciato nel buio della notte (fuori dalla città da bere!) per riuscire a curare l’animo rallentando la frenesia, nutrendosi alla pace di un angolo di Paradiso (la “città Celeste” come l'aveva chiamata qualcuno). Provate a guardare verso il tramonto il cipresso sotto il campanile della Pive di S. Maria in Colle, verso il profilo degli edifici che si affacciano verso la Brenta: cose semplici in ambienti semplicemente immutati dalla storia («il contrasto fra cielo cobalto e paesaggio... con quella forza di sorprendere e incantare che chiamiamo poesia», Renè Magritte). E' stato un luogo di parcheggio di auto dei colletti bianchi (eran più di 100!). Oggi con uno slancio di virtuosa amministrazione della res publica (istruzione ed educazione come responsabilità sociale, la storia per la conoscenza e per la tutela) è diventato un luogo del collettivo. Ci hanno regalato dopo vent'anni un "bene comune" di tutti e per il quale tutti dobbiamo impegnarci a renderlo vivo (?) per farci qualcosa (?), una sorta di "vuoto a prendere" (!), declinando la convivenza civile in tutti quegli atti, talvolta anche banali o apparentemente insignificanti, di cui è fatta una giornata: il rispetto dell'ambiente urbano. Anche se forse è già una sala da museo a cielo aperto (e ce l'hanno dimostrato i giovanissimi bassanesi che hanno allestito recentemente una bellissima mostra al corpo di guardia), quel meraviglioso cortile del castello (anche solo sistemato con piccoli interventi), una tessera di lucida bellezza vera non di quelle finte da cartolina, possiede qualche cosa di intatto in cui il tempo si è fermato per darci una pausa appunto, per aiutarci a riprovare (o ritrovare) solitudine e meditazione urbana. Da tenere pulito, da mantenere così come è vicino alla millenaria Pieve, magari con i colori originali e togliendo qualche filo e qualche antenna di troppo. Sembra già domani, molti di noi saranno vecchi ed altri nasceranno. Forse a noi bassanesi basta già così com'è, senza auto e rumori molesti, per preservarlo e consegnarlo a quelli che verranno fra altri 1020 anni, anche loro entusiasti della vita e della bellezza. Da Italia Nostra, buon compleanno Bassano! 22-7-998 22-07-2018». •

Lorenzo Parolin

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