<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Guerriero del cancro» Il libro del papà coraggio che commuove l’Europa

Un’immagine felice del giovane ingegnere-cuocoAndrea Bizzotto, 33 anni, nel suo letto d’ospedale insieme alla piccola Giulia Grace
Un’immagine felice del giovane ingegnere-cuocoAndrea Bizzotto, 33 anni, nel suo letto d’ospedale insieme alla piccola Giulia Grace
Un’immagine felice del giovane ingegnere-cuocoAndrea Bizzotto, 33 anni, nel suo letto d’ospedale insieme alla piccola Giulia Grace
Un’immagine felice del giovane ingegnere-cuocoAndrea Bizzotto, 33 anni, nel suo letto d’ospedale insieme alla piccola Giulia Grace

È nato a Cittadella e risiede da anni in Germania, ma aveva abitato a Tezze sul Brenta ed a Bassano, lavorando anche a Rosà e praticando sport a Marostica. Adesso la storia del giovane papà Andrea Bizzotto sta commuovendo l’Europa. Ingegnere e cuoco, malato di un cancro che per i medici è incurabile, vuole salutare la figlioletta Giulia Grace, scrivendo per lei un libro: l’autobiografia per raccontarle il suo amore e la sua vita. Andrea, 33 anni, non intende cedere alla malattia: colpito da un sarcoma sinoviale ora in stadio avanzato, sta combattendo con coraggio anche se, dichiara senza timori, i medici gli hanno dato pochi mesi di vita. Una battaglia immane, che lo costringe a potenti cicli di radioterapia e chemioterapia e interventi chirurgici. Ma se da un lato non si nasconde la diagnosi, dall’altro affronta tutte le sofferenze con un obiettivo: lui vuole farcela, vuole vedere la bimba crescere, vuole almeno arrivare al traguardo dei 40 anni. Si è definito su Instagram “cancer fighter”, “combattente del cancro”. Andrea è debilitato, ha appena concluso una serie di cure pesantissime, è in un letto d’ospedale in Germania. Ma la sua energia è incredibile. Risponde tempestivamente alle mail e racconta al Giornale di Vicenza: «Ho frequentato le scuole elementari e medie a Tezze, dove mia mamma ha insegnato per anni, e ho giocato a calcio per la squadra del paese. All’età di 16 anni mi sono trasferito a Bassano». Poi la laurea in ingegneria e l’impiego prima alla Mevis di Rosà e poi alla Metalba. «Due realtà davvero all’avanguardia, secondo me, per sistema di lavoro, efficienza, metodo, regole e pulizia – riprende Andrea - ma a un certo punto ho lasciato tutto perché avevo una grande passione, la cucina, e ho voluto seguirla. Ho fatto il cuoco, poi ho voluto imparare anche a fare il gelato e così sono andato in Austria e poi in Germania dove ho incontrato la mia futura moglie Maria: e sono rimasto qui, a Witten, zona di Dortmund. Ero un ottimo artigiano del gelato». Poco meno di due anni fa, la nascita della bambina, quella gioia che riempie la vita di tutti i genitori: ma ad Andrea è venuta a mancare quasi ogni possibilità di crescere e educare Giulia, portarla al suo primo giorno di scuola, prepararle il cibo, fare un viaggio con lei. Era già affetto gravemente dalla malattia. Il giovane ha deciso così di racchiudere in un libro tutto quanto la figlia potrà sapere del suo papà, per darle un ricordo di lui, un ricordo che la faccia crescere e che le possa riempire la vita. Il titolo sarà «Storia di un maldestro in bicicletta»: quando Grace sarà più grande, potrà leggerlo e il papà, in un qualche modo, per lei ci sarà ancora. Il ricavato delle vendite andrà ad un fondo destinato alla bimba. «Il titolo deriva dal fatto che, specialmente quando ero più piccolo, ero molto maldestro e combinavo piccoli guai, per disattenzione – spiega Andrea con senso dell’humour - Inoltre ho corso in bici con una società di Marostica per molti anni. Quindi, maldestro in bicicletta». Il giovane papà ha girato anche alcuni video in cui parla alla figlia. Come Michael Keaton in “My life”, il commovente film degli anni Novanta in cui un padre gravemente malato registra la sua vita in una serie di videocassette per farla vedere al figlio che sta aspettando. «Non sto benissimo: negli ultimi 15 giorni ho subito due interventi ai polmoni, causa complicazioni del tumore – spiega ancora Andrea - ma sono positivo e allegro, perché domani forse (oggi per chi legge) torno a casa. Doveva essere oggi ma ci sono stati rallentamenti». La triste storia di Andrea è comune a tanti altri: la vita che se ne va sotto ai tuoi occhi e che però ti fa venire la voglia di lottare ancora di più. Per questo il giovane pensa anche a chi, come lui, sta combattendo con tutta la forza che ha in corpo: «Vorrei dire ai papà malati come me di godere ogni momento con i loro bambini – conclude - e di lasciare dei ricordi, video, lettere, senza però mai perdere la speranza! E nonostante tutto di essere sorridenti con i figli perché loro sentono il nostro stato d’animo e devono imparare che anche nei momenti difficili si può essere felici». •

Elena Rancan

Suggerimenti