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Genova chiama Solagna risponde «Ecco il ponte»

Corsie dedicate e separate per i mezzi di soccorso  La viabilità viene ipotizzata su due differenti livelli Il nuovo ponte sul Polcevera a Genova progettato dallo studio Maffeis di Solagna su invito del commissario straordinario Bucci
Corsie dedicate e separate per i mezzi di soccorso La viabilità viene ipotizzata su due differenti livelli Il nuovo ponte sul Polcevera a Genova progettato dallo studio Maffeis di Solagna su invito del commissario straordinario Bucci
Corsie dedicate e separate per i mezzi di soccorso  La viabilità viene ipotizzata su due differenti livelli Il nuovo ponte sul Polcevera a Genova progettato dallo studio Maffeis di Solagna su invito del commissario straordinario Bucci
Corsie dedicate e separate per i mezzi di soccorso La viabilità viene ipotizzata su due differenti livelli Il nuovo ponte sul Polcevera a Genova progettato dallo studio Maffeis di Solagna su invito del commissario straordinario Bucci

Da Solagna per la ricostruzione del ponte di Genova. Lo studio Maffeis Engineering spa ha inviato al capoluogo ligure un progetto per la ricostruzione del ponte Morandi, crollato il 14 agosto provocando 43 vittime e centinaia di sfollati. Un progetto che ha colpito immediatamente l’azienda Pizzarotti di Parma, una delle dieci società a livello nazionale ed europeo invitate dal commissario per la ricostruzione e sindaco di Genova, Marco Bucci, a presentare una proposta progettuale che sappia dare a Genova un nuovo ponte per l’attraversamento del torrente Polcevera. Requisito fondamentale per la partecipazione: non aver avuto nulla a che fare in passato con il ponte Morandi. Motivo per cui la società Autostrade per l’Italia è stata esclusa. Assieme alla Pizzarotti di Parma, lo studio Maffeis ha presentato una soluzione progettuale a doppio tracciato, su due livelli sovrapposti (uno per ogni senso di marcia), completa di corsia dedicata ai mezzi di soccorso e alle attività di manutenzione. L’idea è di realizzare il nuovo viadotto contestualmente all’eventuale demolizione di quel che resta del ponte Morandi. Lo studio Maffeis ha presentato un impianto di ponte diverso rispetto a quello originario, più in linea con le moderne esigenze del traffico. Ecco quindi che il percorso del viadotto consiste in una successione di curve e rettilinei, pensata appositamente per limitare la velocità dei veicoli. Il ponte Morandi, invece, risalente al 1967, aveva un percorso rettilineo perché all’epoca si riteneva all’opposto che una strada dovesse essere il più lineare possibile per la sua funzionalità. L’obiettivo è di mantenere la costante l’attenzione degli automobilisti alla guida, evitando distrazioni fatali quali il telefonino, il cui uso scorretto costituisce una vera e propria piaga ed è tra le cause principali di incidenti. Il progetto Maffeis, nella parte di levante del ponte, consente di valutare con la necessaria partecipazione la possibilità di recupero o demolizione del vecchio viadotto. Parimenti le attività di demolizione, se quella sarà la scelta, non interferiranno minimamente con il nuovo attraversamento. La deviazione del tracciato nella parte di ponente consentirà invece di salvaguardare il vecchio edificio Ansaldo, che rappresenta una memoria storica di rilievo della Val Polcevera. Capiprogetto dell’opera sono gli ingegneri Massimo Maffeis e Massimo Viviani. Quest’ultimo è figura già nota nel Bassanese, essendo il titolare dello studio Se.i.Co Ingegneria di Lucca, consulente dell’ex appaltatore dei lavori per il Ponte degli Alpini, la Vardanega di Possagno. Era stato lui a contestare il progetto di restauro a firma dell’ing. Claudio Modena. «Il nostro progetto prevede la costruzione di un ponte con l’ossatura portante in metallo e le parti per le solette in calcestruzzo armato precompresso - spiega l’ingegner Viviani -. Abbiamo studiato un piano di lavoro che permetterebbe di partire con l’intervento anche subito». Così come pensato, il progetto prevede che l’ossatura possa essere costruita indipendentemente dalla sua forma finale, così da consentire di velocizzare la realizzazione dell’opera ed evitare una pericolosa concentrazione di maestranze, sempre foriere di rischi e infortuni. Con questo progetto, Maffeis e Pizzarotti parteciperanno quindi alla gara per aggiudicarsi l’appalto della progettazione e della costruzione del nuovo viadotto. Se riusciranno ad accaparrarsi i lavori, la durata del cantiere è stimata in dodici mesi. Un anno per dare a Genova un nuovo ponte che riunisca finalmente la città ancora profondamente provata dalla tragedia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Saretta

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