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Dal commercio sveglia al Comune

Un’immagine dell’assemblea della Confcommercio mandamentale. CECCON
Un’immagine dell’assemblea della Confcommercio mandamentale. CECCON
Un’immagine dell’assemblea della Confcommercio mandamentale. CECCON
Un’immagine dell’assemblea della Confcommercio mandamentale. CECCON

Durissimo attacco della Confcommercio bassanese all’Amministrazione Poletto nell’annuale assemblea sociale. Ieri sera, il presidente del mandamento Paolo Lunardi ha scagliato i suoi dardi contro l’esecutivo cittadino. Colpevole, a suo dire, in primis di mancanza di leadership ma soprattutto di aver dato il via libera al nuovo centro commerciale di via Capitelvecchio, nell’area Morassutti, e di scarsa programmazione sul Centenario della Grande Guerra. Una vera e propria “sveglia”, quella suonata da Lunardi all’Amministrazione bassanese davanti alla platea di commercianti riunitisi all’hotel Palladio. A loro, il presidente ha riferito le motivazioni che hanno spinto i vertici della categoria a presentare i ricorsi al Tar, uno contro il nuovo parco commerciale e uno contro la nuova tariffa rifiuti. «Via Capitelvecchio è la principale via di ingresso a Bassano da sud ed è caratterizzata da centri commerciali e grandi strutture di vendita - ha detto Lunardi - con un assetto viabilistico già messo a dura prova, in particolare nel fine settimana dove maggiori sono i flussi veicolari. Pensare che nella volontà di riqualificare un’area, che certamente necessita di essere ristrutturata, si sia disposti a dare il via libera a una nuova ed impattante piattaforma commerciale per 8mila metri quadrati di superficie di vendita è un affronto verso i nostri associati». Lunardi, che si è spinto fino a contestare la procedura autorizzativa, nella quale «è stata disattesa la previsione legislativa regionale che, anche in accoglimento delle richieste di Confcommercio, ha giustamente previsto l’obbligo di una programmazione dello strumento urbanistico con i Comuni confinanti». Sul caso della tariffa rifiuti, Lunardi ha spiegato che la decisione di ricorrere al Tar del Lazio è stata presa a partire dal «crescente malcontento della nostra gente» alla nuova modalità introdotta da Etra e Amministrazione. «Siamo stanchi di versare l’imposta con una modalità presuntiva, magari, come avvenuto, mascherata da sistema puntuale - ha affermato - e con un servizio a frequenza di raccolta ridotta, talvolta costretti a pagare quote aggiuntive per avere una prestazione adeguato». Altro attacco è stato quello sferrato da Lunardi in merito al Centenario del ’15-’18. «Un evento del genere è passato senza che ce ne accorgessimo, e potessimo sfruttarlo per generare indotto - ha sottolineato -. Qui il turismo non è mai stato gestito». «Sono convinto che solo considerando le necessità delle aziende al primo posto, sopra le altre, anche sopra a quelle delle famiglie e delle esigenze sociali, potremmo sperare di tornare ai livelli di benessere pre-2007 - ha detto - altrimenti la partita è persa in partenza. Mi rendo conto che ciò è impopolare e che comporterà un prezzo da pagare,ma è fondamentale mettere le aziende nelle condizioni di svincolarsi dalla burocrazia e guadagnare più del personale dipendente, che oggi gode di una posizione sicuramente privilegiata». . •

Enrico Saretta

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