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Allarme case di riposo «Con i servizi ai privati posti di lavoro a rischio»

Allarme per il futuro delle case di riposo di Bassano. I sindacati riferiscono la volontà della direzione dell’Isacc di avviare l’esternalizzazione di diverse attività con conseguente rischio di un abbassamento della qualità dei servizi e dubbi sul mantenimento dei livelli occupazionali. La direzione, però, rassicura e afferma che i posti di lavoro saranno salvaguardati. Ma conferma anche che sta diventando sempre più difficile far quadrare i conti e affrontare la concorrenza dei privati. I sindacati hanno scovato un documento dell’ente nel quale è specificato che l’Isacc, che comprende le due strutture “Sturm” e “Villa Serena” e assiste circa 405 ospiti, nel corso del 2019 avvierà le procedure per l’esternalizzazione di cucina, assistenza socio-sanitaria e infermieristica su 3 reparti di villa Serena, lavanderia e attività di pulizia e sanificazione. «Per il servizio di ristorazione - affermano Lara Donati (Fp Cgil), Margherita Alberton (Fp Cisl) e Barbara Facco (Uil Fpl) - l’ente ha specificato che intende esternalizzare il servizio già nei prossimi mesi». Quello della ristorazione è un servizio storicamente svolto da operatori di ruolo dell’ente e per anni considerato il “fiore all’occhiello” della struttura. Basti pensare che prepara quotidianamente circa 900/1100 pasti. «Temiamo che attraverso le esternalizzazioni si verifichi l’ennesima riduzione della qualità di assistenza - proseguono i sindacati - e che ci siano maggiori difficoltà di controllo del servizio erogato». Per i sindacati vi è il rischio concreto che sia snaturata la specificità dell’Isacc di Bassano e che si consegni, di fatto, la struttura in mano a soggetti privati. «Il servizio pubblico delle case di riposo di Bassano può convivere con i servizi privati già esistenti - proseguono - ma non si deve verificare una cessione incondizionata di attività verso l’esterno. Si tratta di una scelta che contrasteremo con decisione». I sindacati sono preoccupati anche per i posti di lavoro, considerato che l’Isacc ha ben 327 dipendenti. «C’è il rischio che un po’ alla volta si depotenzi il numero del personale in servizio», chiudono. Il presidente delle case di riposo Fabio Comunello conferma l’esternalizzazione dei servizi. Spiega però che si è trattato di una decisione presa su impulso degli stessi dipendenti. «Nella nostra cucina era diventato impossibile lavorare, anche per questioni di sicurezza - riferisce -. Troppo freddo in inverno e troppo caldo in estate. Abbiamo deciso quindi di affidare all’esterno questo servizio, ma l’azienda che vincerà integrerà tutto il nostro personale». Non sono previste riduzioni di organico nemmeno a seguito dell’esternalizzazione degli altri servizi. «Abbiamo sempre bisogno di operatori - prosegue Comunello - anche perché, rispetto agli enti privati, per assumere dobbiamo fare dei concorsi, cosa che provoca un allungarsi delle tempistiche. Il confronto con il privato è assolutamente impari. Basti pensare che oltre al problema delle assunzioni siamo soggetti a una tassazione Irap molto maggiore». Tutto ciò costringe la direzione a fare i salti mortali per far quadrare il bilancio. «Essendo un ente pubblico dobbiamo pareggiare il bilancio, per cui dobbiamo stare attenti a ogni spesa, compresi gli acquisti di letti nuovi - chiude Comunello -. Per non parlare del problema degli insoluti, che sta diventando una vera e propria piaga». •

Enrico Saretta

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