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Sono 14 gli immobili sequestrati alle mafie

Sono 14 gli immobili ad Arzignano sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata secondo i dati dell’Anbsc ovvero l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione di tali beni. E per dieci di questi il Comune ha già rinunciato a far valere una manifestazione di interesse. Il motivo è l’esito dei sopralluoghi compiuti su locali e appartamenti. «Per sistemarli ci sarebbero da spendere centinaia di migliaia di euro», ha precisato il sindaco Giorgio Gentilin. Il punto sulla situazione è stato fatto in consiglio comunale a seguito dell’interrogazione presentata dalla lista civica di opposizione “Un’altra Arzignano” che chiedeva all’amministrazione municipale risposte su quali fossero gli immobili e se il Comune si fosse attivato per le opportune procedure di assegnazione dei beni come previsto dalla legge. «I primi sei immobili sono già stati oggetto di sopralluogo lo scorso anno - ha spiegato il sindaco Gentilin -. Ci sono stato personalmente, accompagnato dagli agenti della polizia locale e dai rappresentanti dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Si tratta di appartamenti e magazzino-deposito in via Fiume e di un deposito con sovrastante terrazza coperta in via Sant’Antonio a Tezze. Tutti gli immobili sono in stato di degrado e quindi abbiamo rinunciato alla possibilità di acquisizione. Nell’edificio di Tezze abbiamo riscontrato tra l’altro un tetto pericolante, con un evidente rischio sicurezza». A quel punto è stata emessa una “ordinanza contingibile urgente” per la messa a norma della copertura a carico della stessa Agenzia. «C’erano poi altri immobili in via 4 Martiri non ancora inclusi nell’elenco dei beni “destinati” ma sui quali è stato comunque possibile effettuare un sopralluogo lo scorso anno - ha continuato il sindaco -. Si tratta di un’abitazione su due livelli, un negozio e magazzini posti al piano terra. Anche in questo caso in evidente situazione di degrado e pessimo stato di conservazione senza contare che alcuni erano pure gravati da ipoteche. Così anche su questi non abbiamo espresso alcuna manifestazione di interesse». Ne restano altri quattro, già individuati e in parte descritti nelle schede dell’Anbsc: si tratta di appartamenti e abitazioni in via Solferino e via Lepanto e di abitazione con relativo garage in via Monte Ortigara. «Per questi ultimi siamo in attesa della disponibilità e quindi di poter effettuare un sopralluogo - ha concluso - non appena sarà attivato il procedimento amministrativo da parte dell’Agenzia. Valuteremo le condizioni degli immobili. Sugli altri 10 non abbiamo manifestato alcun interesse perché ci sarebbero volute risorse importanti da investire. Difficile fare ipotesi sulla cifra da spendere, ma valutando che per la messa a norma di un appartamento servirebbero in media 35 mila euro, e solo per metterlo a norma, considerato il numero dei beni si parlava di diverse centinaia di migliaia di euro. Il deposito di Tezze è un immobile in rovina». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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