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«Qui circola denaro: è importante vigilare»

Il sindaco Giorgio Gentilin, 71 anni, pronto ad iniziare il suo ultimo anno da sindaco. FOTO MASSIGNAN
Il sindaco Giorgio Gentilin, 71 anni, pronto ad iniziare il suo ultimo anno da sindaco. FOTO MASSIGNAN
Il sindaco Giorgio Gentilin, 71 anni, pronto ad iniziare il suo ultimo anno da sindaco. FOTO MASSIGNAN
Il sindaco Giorgio Gentilin, 71 anni, pronto ad iniziare il suo ultimo anno da sindaco. FOTO MASSIGNAN

Alessia Zorzan Sulla scrivania trova un pacchetto con una busta: libro e auguri. «Un omaggio letterario può andare, per il resto non voglio niente. E se arriva, si restituisce tutto». A 71 anni, Giorgio Gentilin è al suo secondo mandato da primo cittadino. Scadenza nel 2019. Sindaco, inizia il suo ultimo anno completo. Che effetto fa? Nel complesso sono soddisfatto. Ci affacciamo al 2018 con bilancio di previsione e piano delle opere già approvati e questo facilita gli uffici che conoscono già budget e obiettivi. Un modo per aiutarli nel contrastare le inevitabili pastoie burocratiche derivanti da leggi, circolari, regolamenti e quant’altro. È più stanco per l’anno terminato o più carico per il prossimo? Non sono stanco. Amministrare mi è sempre piaciuto, il sindaco deve mediare e poi decidere, tenendo conto dei rapporti di potere all’interno del gruppo. Ma le discussioni, anche contrastate, in giunta e maggioranza non hanno mai ostacolato l’operatività dell’Amministrazione. Un esempio? Potrei dire i due cambi di giunta. I contrasti comunque non hanno mai generato crisi che potessero mettere fine al mandato amministrativo. Beh, lei è noto per avere polso... La mia indole, lo sanno tutti, nei momenti di tensione sarebbe di picchiare il pugno sul tavolo, ma se l’ho fatto, le volte si contano sulle dita di una mano. Alla fine c’è sempre stata mediazione. Vede già il suo successore? È presto. Guardando anche alle realtà vicine si vede che viene individuato a meno di un anno dalla scadenza. L’indicazione del sindaco poi ha il suo peso, ma come facciamo dal 2009, valuteremo con una ricerca di mercato. Esclude le primarie? Dipende, se prenderà corpo l’idea. Ma da sempre lavoriamo con i sondaggi, su figure di maggioranza e opposizione, e continueremo a farlo. Senza fascia, dove si vede? La mia vocazione è di fare il medico. L’ho fatto per una vita, con soddisfazione che mantengo tutt’ora. Oggi fare il medico significa essere aggiornati e lavorare sempre con una grossa carica di umanità, che non è paternalismo, lo sottolinei questo. A proposito di sanità l’ospedale unico di Montecchio dovrebbe essere pronto per il 2020. Ci crede? Per l’opera muraria il 2020 mi sembra fattibile. L’azienda è all’altezza. Per il completamento operativo ci vorrà invece almeno un altro anno, che non è tantissimo tenendo conto che la struttura, fortemente innovativa, non è molto grande. Ma è sufficiente? Sì, anche perché questo ospedale si avvicina ad un hub. Ma l’hub vero è Vicenza. Certo. Quello è il centro dove confluiscono soprattutto la specialistica, i servizi intraospedalieri. Noi in periferia, come ho detto spesso, dobbiamo salvaguardare i servizi territoriali. La partita politica, e lo sanno in Regione, si gioca su questo, anche per un controllo della spesa. Quindi la riconversione dell’ospedale Cazzavillan non rappresenta un impoverimento No, anzi. Attenzione. Il Cazzavillan serve tutto il centro sud dell’ex Ulss 5. Valdagno, destinato alla riconversione anche se con un percorso un po’ più lento, dovrà drenare tutta la valle dell’Agno. Tra l’altro, al di là del tunnel c’è Santorso. Quella però è un’altra Ulss. Sì, ma ci sono già cittadini che ci vanno, tra cui anche partorienti. Torniamo ad Arzignano. Priorità del 2018? Entro metà gennaio sarà operativa la rotatoria tra Arzignano e Chiampo, in primavera riprenderà quella di San Zeno. Importante sarà poi il completamento dell’anello di circolazione intorno al borgo medievale del Castello. È anche un messaggio a Curia e Unità pastorale perché la rocca, patrimonio loro, possa avere un utilizzo turistico-culturale. Se ne disponessimo in comodato d’uso gratuito potremmo inserirla nel circuito cittadino. È un emblema, è un peccato che resti chiusa. Cosa resterà nel cassetto? Non la completerò, ma darò quasi sicuramente il via alla riqualificazione del cosiddetto “Isolotto” tra via dell’Industria e via del Commercio, all’ingresso della zona industriale. Spero ci sia l’interessamento di qualche privato per realizzare un’opera qualificata, senza però, sia chiaro, toccare l’attuale viabilità. Sul fronte sicurezza? A gennaio sarà rivista tutta la videosorveglianza. Abbiamo completato la copertura con il targa system e stiamo rinnovando i mezzi della polizia locale. Sarà ampliata la caserma della Guardia di finanza, ora Comando di compagnia, e allargata la stazione dei carabinieri. Ma c’è reale emergenza o è più una percezione? La situazione è simile a quella dei centri del nordest. Nella nostra zona, Arzignano, Val Chiampo, Montecchio, altamente industrializzata, la circolazione del denaro c’è e si vede, e questo può attirare di tutto, criminalità finanziaria e microcriminalità. I controlli sono importanti, anche per prevenire. Parliamo di autonomia. Che priorità darebbe alla Regione? Fiscalità, sanità e sicurezza per gestire le specificità territoriali. Anche ai ragazzini delle scuole, quando mi chiedono del Veneto, ho sempre detto che mi auguro si arrivi agli “Stati uniti d’Italia”. Anche Salvini ha tolto “Nord” dalla sigla... E cosa ne pensa? Bene, perché esprime l’appartenenza nazionale. Tre anni fa usava slogan eccessivamente populisti. Il Veneto è una popolazione moderata. Questa non è la realtà spagnola. Niente riposo? Vado un po’ al caldo, ma mercoledì sono qui. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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