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Pfas, si indaga per disastro ambientale

Una mamma no-pfas mentre pianta dei fiori davanti alla Miteni
Una mamma no-pfas mentre pianta dei fiori davanti alla Miteni
Una mamma no-pfas mentre pianta dei fiori davanti alla Miteni
Una mamma no-pfas mentre pianta dei fiori davanti alla Miteni

Disastro ambientale. È l’ipotesi di reato, legata al presunto inquinamento da Pfas, su cui sta continuando a indagare la procura di Vicenza con i pubblici ministeri Hans Roderich Blattner e Barbara De Munari, coordinati dal procuratore Antonino Cappelleri. Ed è proprio dal capo della procura berica che ieri mattina sono stati ricevuti alcuni genitori “No-Pfas”. Ai quali Cappelleri ha ribadito che i suoi sostituti stanno procedendo a indagare ipotizzando, appunto, il reato di disastro ambientale; aggiungendo poi che l’inchiesta dovrebbe chiudersi entro la fine dell’anno. Mentre prima dell’estate sono attesi i risultati delle relazioni tecniche affidate agli esperti nominati dalla procura. Da mesi, i pm vicentini hanno iscritto sul registro degli indagati, con l’accusa di disastro ambientale e inquinamento delle acque, 9 manager (tra attuali ed ex) dell’azienda Miteni di Trissino; oltre alla stessa società per la responsabilità amministrativa. Gli inquirenti hanno inoltre incaricato Tony Fletcher, dirigente della sanità pubblica inglese, che ha condotto e coordinato lo studio epidemiologico sui Pfas in West Virginia, negli Usa, inerenti la multinazionale DuPont, per guidare i consulenti che stanno lavorando sui Pfas vicentini. Con lui anche quattro esperti dell’Istituto superiore di sanità di Roma; il loro compito è quello di chiarire se le sostanze perfluoroalchiliche rinvenute nell’acqua siano dannose per la salute e, in caso affermativo, quali ripercussioni potrebbero avere (o aver avuto) sulla salute dei cittadini. Ora, stando alle parole del procuratore Cappelleri, gli esiti delle consulenze dovrebbero essere pronti già prima dell’estate: «Sarà da capire se questo inquinamento comporta un rischio per la salute pubblica». «Comunque - prosegue il procuratore - bisogna vedere i risultati della relazione. Se l’ipotesi su cui stiamo lavorando è sostenibile puntiamo ad accelerare al massimo ed entro fine anno chiudere l’inchiesta». Parole che rappresentano un’iniezione di speranza e fiducia per il piccolo gruppo di genitori “No-Pfas” che ieri mattina si è presentato in procura. «Quelle riferiteci dal dottor Cappelleri per noi rappresentano delle grandi novità», dice Pasquale Cantisani. Che poi aggiunge: «Sapere che la procura sta procedendo per l’ipotesi d’accusa di disastro ambientale è molto importante». Ma al procuratore, i genitori “No-Pfas”, che domenica accerchieranno simbolicamente la Miteni, hanno anche chiesto di valutare l’ipotesi dell’immediato sequestro dell’azienda e di tutto il sito adiacente allo stabilimento. «Sarà un accerchiamento per dire che noi non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci nella nostra battaglia - sottolineano i genitori -. Tra l’altro l’azienda, da quanto abbiamo saputo, si sarebbe trasferita in Italia proprio sapendo che nel nostro Paese avrebbe trovato delle regole più “morbide” in tema di inquinamento». Intanto i genitori “No-Pfas” hanno annunciato anche un ulteriore appuntamento di protesta, il 12 maggio a Montagnana, in provincia di Padova. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Bernardini

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