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Marelli: «Tagli senza licenziamenti»

L’esterno dello stabilimento di via Sabbionara in un’immagine di repertorio
L’esterno dello stabilimento di via Sabbionara in un’immagine di repertorio
L’esterno dello stabilimento di via Sabbionara in un’immagine di repertorio
L’esterno dello stabilimento di via Sabbionara in un’immagine di repertorio

Nessun licenziamento diretto e la gestione del piano industriale, con relativo impatto sui livelli occupazionali, all’interno di un percorso annuale. Sono i punti chiave sottoposti alla dirigenza della Marelli Motori di Arzignano dalle organizzazioni sindacali, Uilm Uil, Fiom Cgil e Fim Cisl, nell’ambito di un confronto che continuerà il 6 e il 13 giugno. Priorità che l’azienda ha dato la disponibilità ad accogliere e che consentirebbero di gestire la questione “riduzione dei costi per una somma equivalente a 100 stipendi”, di cui si parla da settimane, evitando il taglio immediato di posti di lavoro tra i circa 600 dipendenti dello stabilimento di via Sabbionara. Anche le istituzioni hanno chiesto di considerare con attenzione l’impatto sulle famiglie. «In atto c’è un processo di riorganizzazione che interessa i siti produttivi di Arzignano e Malesia (350 dipendenti) – dice Maurizio Ferron, segretario generale Fiom Cgil – sia nel rapporto tra gli stabilimenti che nel processo produttivo interno. Gestire in un anno la riduzione equivalente a 100 stipendi, con eventuali prepensionamenti o uscite volontarie agevolate, significa utilizzare gli ammortizzatori sociali, facendo anche formazione per l’eventuale riqualificazione dei lavoratori, e adattare i livelli occupazioni alle esigenze del momento. Tutti i lavoratori sono necessari a traghettare la Marelli in questa fase di riorganizzazione, nella prospettiva che il piano industriale porti benefici ai volumi produttivi e possa modificare le valutazioni di oggi». «Gestire il processo di riduzione consente di applicare strumenti come il contratto di solidarietà o la cassa integrazione straordinaria senza licenziamenti diretti – precisa Carlo Biasin, segretario provinciale Uilm Uil - l’applicazione del piano industriale potrebbe portare ad incrementare le vendite sul mercato e quindi i volumi produttivi con effetto anche sui livelli occupazionali. L’azienda ha condiviso questa impostazione ed è positivo. Ora dovremo arrivare ad un accordo e ad una proposta da presentare ai lavoratori nelle prossime assemblee, che indichi chiaramente quale supporto integrativo e quali strumenti accompagneranno i dipendenti di Arzignano in questa fase. Abbiamo chiesto alla Marelli ulteriori indicazioni sul piano industriale e la rassicurazione che la riduzione dei costi sia portata avanti di pari passo agli investimenti e al rilancio dell’azienda. Vogliamo capire quali sono le attività decentrate esterne e quali eventualmente potrebbero essere riportate all’interno dello stabilimento». La Marelli Motori ha fissato il 15 giugno come data ultima entro la quale arrivare all’accordo con le organizzazioni sindacali. «Stiamo lavorando con le organizzazioni sindacali – la nota diffusa dall’azienda qualche giorno fa – per raggiungere in tempi rapidi un’intesa che renda l’azienda più efficiente, contenendo l’impatto sociale nel territorio. Risultato per cui è fondamentale la fattiva collaborazione di tutte le forze politiche e sociali. La riorganizzazione è volta a rendere più competitiva l’azienda. Gli investimenti stanziati, di circa 8 milioni di euro, sono destinati prevalentemente alla sede di Arzignano». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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