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Incubo siccità nella valle Interventi sulle sorgenti

La cascata della sorgente Brassavalda in un momento di siccità
La cascata della sorgente Brassavalda in un momento di siccità
La cascata della sorgente Brassavalda in un momento di siccità
La cascata della sorgente Brassavalda in un momento di siccità

Luisa Nicoli Emergenza idrica in Alta Valle del Chiampo e obiettivo “zero pfas” in tutto il territorio di competenza. Progetti e proposte. Sono i contenuti del documento che Acque del Chiampo, società di Arzignano che gestisce il ciclo idrico integrato in 10 comuni della Valchiampo, ha inviato al Consiglio di Bacino dopo una valutazione sulla pianificazione degli interventi previsti nei prossimi anni. «Abbiamo ritenuto di dover rivedere la programmazione sulla base delle nuove situazioni emerse - spiega il consigliere delegato Andrea Pellizzari - e quindi qualità dell’acqua, perfluori, e quantità, emergenza idrica, portando al Consiglio di Bacino le soluzioni possibili». In tema di distribuzione d’acqua dagli impianti civili si parla complessivamente di 42.500 utenze e di 5 milioni 950mila metri cubi erogati all’anno. ALTA VALCHIAMPO. In queste settimane sono previsti ulteriori studi sugli interventi da programmare nell’Alta Valle per risolvere il problema degli approvvigionamenti. Ma intanto per le sorgenti Brassavalda e Papalini ad Altissimo il Piano degli Interventi approvato a fine 2017 prevede già un primo investimento di 50mila euro «per opere mirate che prenderanno il via prima dell’estate - precisa il direttore Alberto Piccoli - e che daranno migliorie e benefici da subito». Si sta comunque progettando, sulla base dello studio del modello idraulico e dei monitoraggi alla rete, l’interconnessione delle due sorgenti, in modo che in caso di emergenza idrica in Valle una possa essere di supporto all’altra. Per evitare il ripetersi dei problemi della scorsa estate, quando Acque del Chiampo è stata costretta ad intervenire con le autobotti per alimentare il serbatoio di Chiampo e assicurare acqua ad Altissimo e Nogarole. ZONA ROSSA. Obiettivo “zero pfas” raggiunto a Brendola e Lonigo, la zona rossa, dove si continuerà comunque a procedere con la sostituzione dei filtri ai carboni attivi fino a quando non sarà operativo il progetto regionale di Veneto Acque che dovrà fornire acqua priva di perfluori da fonti di approvvigionamento regionali. Intanto però Acque del Chiampo ha predisposto interventi a servizio della zona rossa e non. Il primo progetto di fattibilità tecnica ed economica, di 600mila euro con contributo regionale assegnato a dicembre di 270mila euro, prevede una nuova stazione di filtraggio a carboni attivi per la centrale idrica Natta di Montecchio che serve Montecchio e Brendola. Impianto che permetterebbe di abbattere i Pfas, comunque già rilevati in diminuzione e sotto i limiti previsti. ARZIGNANO-MONTORSO. Acque del Chiampo ha avviato la progettazione degli interventi per il collegamento della rete idrica di Montorso con i serbatoi Canove e Poiaracca di Arzignano. «Interventi già previsti nel Piano d’ambito del Consiglio di Bacino - precisa Pellizzari - ma che abbiamo ritenuto di anticipare». Complessivamente si parla di un progetto da 18 milioni di euro, come importo massimo, anche se si sta valutando la soluzione tecnica migliore anche dal punto di vista economico. Dell’intervento fa parte anche il progetto da 3 milioni 645mila euro per la realizzazione di un nuovo serbatoio e il potenziamento degli impianti del centro idrico di Canove ad Arzignano, prevista anche una nuova stazione di filtraggio che con l’interconnessione garantirà l’abbattimento degli inquinanti di tutta la portata d’acqua. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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