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In pizzeria giochi e libri al posto dei videopoker

La titolare Iole Rossetto e la figlia Angela nell’angolo gioco. MASSIGNANLibri e giochi per bambini al posto delle slot machine. MASSIGNAN
La titolare Iole Rossetto e la figlia Angela nell’angolo gioco. MASSIGNANLibri e giochi per bambini al posto delle slot machine. MASSIGNAN
La titolare Iole Rossetto e la figlia Angela nell’angolo gioco. MASSIGNANLibri e giochi per bambini al posto delle slot machine. MASSIGNAN
La titolare Iole Rossetto e la figlia Angela nell’angolo gioco. MASSIGNANLibri e giochi per bambini al posto delle slot machine. MASSIGNAN

«I videopoker sono mangia soldi. Noi abbiamo rinunciato». Alla pizzeria ristorante “Due Forni” a San Zeno di Arzignano dall’1 gennaio le slot machine all’angolo del locale, vicino all’ingresso, non ci sono più. Lo hanno deciso la titolare Iole Rossetto e la figlia Angela, che gestiscono la pizzeria da 15 anni. «È una questione di etica – dicono – abbiamo visto gente giocarsi lo stipendio». Adesso quell’angolo è stato trasformato in uno spazio gioco per i bambini, con colori, peluche, lavagnette e poltroncine, dove trova spazio anche il “book crossing”, una sorta di invito alla lettura con la possibilità di prendere un libro e lasciarne un altro. «Abbiamo iniziato a pensarci a settembre dello scorso anno - spiegano Iole e Angela - entro dicembre bisognava rinnovare i permessi. E abbiamo detto basta, anche se per noi era fonte di guadagno. È stata una scelta coraggiosa, soprattutto di questi tempi. Ma siamo contente. Adesso sembra di respirare un’aria diversa». Dalle macchinette videopoker il 15% delle somme giocate, al netto di imposte e tasse, va al locale che le ospita. Ogni mese. «All’inizio era un aiuto sostanzioso per pagare l’affitto della pizzeria - ammette la titolare - parliamo di 490 metri quadrati, con annessa cucina e magazzino. Arrivava verso la fine di ogni mese e ci faceva comodo. Ma non volevamo più vedere gente che si rovinava al videopoker. C’erano persone con debiti che si davano al gioco. Soprattutto uomini di età media, gente che sprecava così lo stipendio, anziani che si giocavano la pensione. Persino stranieri, che facevano fatica a vivere, ma venivano qui a tentare la fortuna. Ne abbiamo visti tanti in questi anni. Alcuni saltuari, altri abitudinari. Gente che giocava anche 200/300 euro. Abbiamo visto papà fissi sulla macchinetta con il bambino che girava solo per la pizzeria. Donne poche, ma non giocano più di 5/10 euro. Giovani quasi nessuno, ma questo è un punto di ritrovo per i ragazzi. E vedere persone che si accanivano al videopoker non era un bell’esempio. Ti viene voglia di provare, la macchinetta è lì a disposizione. Se si vince rischia di diventare una dipendenza, perché spinge a provare ancora». Una decisione che mette al riparo anche dal rischio furti, visti gli episodi accaduti in questi anni. «La prima volta nel luglio del 2009 - ricorda Iole - mi sono vista puntare una pistola in faccia. Qualche anno fa, di notte: hanno portato via il cambiamonete e divelto le macchinette per prendere i soldi. Anche questo ci ha fatto riflettere». «C’erano strani personaggi che giocavano - aggiunge Angela - qui arrivano persone da Arzignano, ma non solo. La reazione della gente è stata positiva. Anzi, in molti ci hanno detto: adesso verremo sempre qui perché avete fatto questo. Ne siamo felici». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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