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Arzignano

Finta azienda
per truffa al fisco
Coppia nei guai

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Una pattuglia della Guardia di Finanza
Una pattuglia della Guardia di Finanza
Una pattuglia della Guardia di Finanza
Una pattuglia della Guardia di Finanza

ARZIGNANO. Ottantamila euro sequestrati dai finanzieri ad una coppia di coniugi indagati per avere amministrato “di fatto” una società che ha omesso di presentare la dichiarazione dei redditi per l’anno 2014. La Compagnia della Guardia di finanza di Arzignano ha eseguito ieri il provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Vicenza, Barbara Maria Trenti.

 

I controlli hanno preso avvio da una verifica fiscale avviata nel febbraio 2017 nei confronti di una società della città del Grifo, che opera nel settore del commercio all’ingrosso di minerali metalliferi e metalli ferrosi. Nel corso dell’attività, i militari hanno constatato che l’impresa, costituita nel 2013, era priva di una sede effettiva, di una struttura operativa e non risultava avere utenze intestate, personale alle dipendenze o autoveicoli aziendali. Inoltre, è stato accertato che il suo rappresentante legale era del tutto estraneo alla gestione della stessa ditta, essendo addirittura ignaro della propria formale investitura che, da quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, sarebbe avvenuta attraverso l’utilizzo abusivo di una copia della sua carta d’identità, falsificata per l’occasione.

 

Ulteriore elemento emerso dalle indagini è il fatto che la società, pur non avendo mai effettuato acquisti di merci o di materie prime, nel 2014 è risultata avere intrattenuto rapporti commerciali con clienti per oltre 400 mila euro, salvo poi omettere di presentare le dichiarazioni e di effettuare i relativi versamenti Iva. Questi rapporti commerciali sono stati dunque ritenuti fittizi, in quanto finalizzati esclusivamente a consentire l’evasione fiscale a propri clienti attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

La gestione “di fatto” della società in questione è stata attribuita a due coniugi residenti a Veronella (Verona), P.P., 41 anni, originario di Foggia ed attualmente in stato di detenzione per altre cause, e D.A., 38 anni, di Arzignano, sulla base di numerose e concordanti circostanze, riconducibili al fatto che il punto di riferimento per le transazioni commerciali era costituito sempre da società, insistenti nella provincia di Verona, riconducibili alla coppia. In altre parole, gli stessi avevano costituito uno “schermo giuridico”, rappresentato dalla società arzignanese, per realizzare operazioni concluse, in concreto, fra altri soggetti.

 

In seguito alle indagini penali, coordinate dal pm della procura Giovanni Parolin, i finanzieri hanno dato corso al provvedimento del gip che dispone il sequestro dei beni e delle disponibilità finanziarie della società e del profitto-denaro di entrambi gli indagati per 81 mila euro, che rappresenta l’importo dell’Iva evasa.

 

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