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«Così abbiamo preso e disarmato l’omicida in fuga»

Da sinistra Damiano Vignaga, Claudio Rigoni e il sindaco Gentilin
Da sinistra Damiano Vignaga, Claudio Rigoni e il sindaco Gentilin
Da sinistra Damiano Vignaga, Claudio Rigoni e il sindaco Gentilin
Da sinistra Damiano Vignaga, Claudio Rigoni e il sindaco Gentilin

Luisa Nicoli «Non pensavamo si trattasse di omicidio. Abbiamo inseguito l’auto in fuga ipotizzando, come già accaduto, che scappasse perché privo di patente o senza assicurazione». Damiano Vignaga, sottufficiale e viceispettore della polizia locale Distretto Vicenza Ovest di Arzignano, racconta così quel giorno del 26 aprile 2012 quando, insieme al collega Claudio Rigoni, ha inseguito, fermato e ammanettato Francesco Ongaro, 66 anni, di Arzignano, che aveva appena freddato con due colpi di fucile il cognato Ciro Rossettini. Per quell’intervento immediato e risolutivo, che ha consentito di arrestare un omicida, qualche giorno fa i due agenti hanno ricevuto dal Prefetto di Vicenza Umberto Guidato l’attestato di pubblica benemerenza al merito civile. Il comune di Arzignano all’epoca dei fatti aveva conferito l’encomio solenne agli agenti Claudio Rigoni, 54 anni di San Pietro Mussolino, nella polizia locale dal 1992 e Damiano Vignaga, 47 anni, di Arzignano, in servizio dal 2008. E aveva anche proposto, sostenuto dal sindaco e dall’allora assessore alla sicurezza Enrico Marcigaglia, con successiva delibera di giunta, che il Ministero dell’Interno potesse procedere con il riconoscimento al valor civile. «La benemerenza è stata una bella sorpresa - dicono Claudio Rigoni e Damiano Vignaga - a distanza di oltre cinque anni ormai non ce l’aspettavamo. La cerimonia in Prefettura è stata un bel momento». Il ricordo di quel giorno è ancora vivo. «Eravamo a Costo di Arzignano, più o meno a mezzogiorno, e avevamo appena fermato un veicolo per un controllo vicino al distributore quando abbiamo sentito due colpi ravvicinati di fucile dalle case vicine - raccontano - e abbiamo visto alzarsi degli uccelli in volo. Neanche il tempo di salire in auto per andare a vedere quando dalla stradina è uscita a tutta velocità una Volkswagen Jetta di targa tedesca. Così è iniziato l’inseguimento, l’auto non si fermava nonostante il lampeggiante e la paletta, l’abbiamo anche affiancata ma ha tirato dritto. Sul rettilineo della Provinciale tra la chiesa e l’attuale rotatoria della Madonnetta siamo riusciti a chiudergli la strada costringendolo a fermarsi. “Lo go copà” ci ha detto. Aveva ancora il fucile sul sedile e in auto c’era odore di polvere da sparo. “Go copà me cognà”. L’abbiamo ammanettato e caricato in macchina, il 118 ha confermato che stavano intervenendo a Costo per un ferito da arma da fuoco. Poi abbiamo avvisato il comando e i carabinieri». Paura? «No, abbiamo sentito gli spari e siamo partiti. Certo non sapevamo di inseguire un omicida. Se ci avessero avvisati, saremmo intervenuti diversamente. Ma questo è il nostro lavoro». «Dopo cinque anni prendo atto con soddisfazione che il Ministero dell’Interno ha riconosciuto l’encomio agli agenti - commenta il sindaco Gentilin - premiando chi lavora sul territorio giorno per giorno, rischiando anche la propria vita. Allora hanno coraggiosamente fermato e disarmato una persona che ne aveva appena uccisa una. È un fatto ancora molto presente nella memoria della città di Arzignano e il loro intervento ha alimentato la percezione di sicurezza». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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