Oltre 3.180 incontri per quasi 12 mila ore di servizio, che hanno impegnato 108 volontari. Il bilancio 2018 di Casa Sant’Angela di Arzignano, dove hanno sede diversi servizi e associazioni di volontariato di sostegno alle famiglie in difficoltà, conferma che la struttura è diventata sempre di più un punto di riferimento per la città. Senza contare il centro antiviolenza che segue una cinquantina di donne. «Qui si fa rete – dice la presidente della Fondazione Susanna Magnabosco - si valuta il bisogno della famiglia nel suo complesso e si fornisce il sostegno necessario. Oggi non è più sufficiente il contributo, ci sono disagi di vario genere, serve un supporto di ascolto, di ricerca lavoro. Per questo si organizzano laboratori e corsi di italiano per le straniere. Si cerca di dare anche gli strumenti per trovare un mestiere». Mentre le attività sono coordinate dal Gruppo dell’Amicizia, in primis da Luisa Povoleri e Cristina De Pieri, la struttura vive grazie ai contributi dei cittadini. «Per far funzionare Casa Sant’Angela tra bollette e manutenzioni servono oltre 20 mila euro l’anno – continua Susanna Magnabosco – alcune realtà ci sostengono ancora, ma le donazioni sono diminuite e non è sempre facile. Abbiamo bisogno di aiuto. Devo ringraziare i 108 volontari che fanno un lavoro eccezionale». Sono circa 120 le persone che due volte al mese ricevono la borsa alimentare dalla San Vincenzo: 2.143 quelle consegnate lo scorso anno, 1.533 a Casa Sant’Angela e altre 880 a domicilio, con la collaborazione del Gruppo Unitalsi. «Alcune per un periodo, altre stabilmente – spiega Luisa Povoleri, referente per la Fondazione – ci sono famiglie numerose e persone sole, italiane e straniere». Un paio di volontari ogni mercoledì, con il furgone messo a disposizione dal Comune, raccoglie la merce fresca in scadenza da alcuni supermercati e la consegna alle famiglie in difficoltà. Un’ottantina invece i cittadini seguiti con la distribuzione del vestiario, italiani e stranieri. Per l’abbigliamento in esubero o non distribuito la struttura ha attivato alcuni canali con la Romania, attraverso le chiese dell’Est, con l’Africa, e con il centro anziani. Anche il “Centro aiuto alla vita” è diventato un servizio importante, soprattutto per le immigrate: 134 le donne seguite nel 2018, 40 i nuovi nati. «Servizio prezioso non solo per il supporto materiale ed economico – spiega la responsabile Monica Neri – ma soprattutto per l’aspetto psicologico. Le straniere qui non hanno familiari a sostegno e per loro diventiamo un riferimento. Affrontiamo anche situazioni di disagio». Il centro di ascolto ha seguito 72 persone; il servizio “Strade” di supporto al lavoro, 37 cittadini; il gruppo elaborazione lutto decine di persone; il progetto “L’italiano per mano” una cinquantina di straniere. Il servizio “cucina e pranzi in corte” raggiunge 90 presenze: «si rivolge a persone anziane ed è diventato un momento di aggregazione» precisa Povoleri. Il Gruppo Amicizia organizza anche la “Danza del ventre”, ginnastica e laboratori e nel 2018 ha collaborato coi Comuni nel progetto “Ria Cittadinanze reincontrate”. • © RIPRODUZIONE RISERVATA